Maggio-Giugno 2017

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2017 20 voro, alla dignità della famiglia, alla costru- zione di un sostegno previdenziale credibile. La parola crisi è diventata per i giovani la nuova, gigantesca lente per far credere che i problemi economici sono giganteschi e, dal- l’altro lato, che i temi veri della persona sono minimi o superabili, consumando quanto le precedenti generazioni hanno messo da parte con sacrificio. Hanno imparato che la banca non è sinonimo di risparmio e di credito ma che si fa della prestidigitazione, per cui oggi è sparito ciò che il lavoro ha pazientemente costruito nel tempo. È necessario tornare alla formazione, che esige il recupero delle fonti, cioè degli stu- diosi della formazione, che l’Europa, e non solo, ha abbondantemente espresso. Le mode, le ideologie e le semplificazioni degli ignoranti o degli arrivisti hanno prodotto l’iconoclastia dei luoghi della formazione, che può essere dinamica solo nell’uomo, nella persona. Rifà capolino la Pedagogia, quella vera e disinteressata, che può permet- tere ai giovani il viaggio della scoperta prima del mondo, poi del sé interiore. Sulle tracce di J. Maritain, di J. Dewey, di E. Mounier, di J.S. Bruner, di H. Gardner, di M. Peretti, di R. Titone, di L.S. Beccegato, di M. Pellerey, di R. Maragliano e di altri studiosi dell’educabi- lità, è possibile intervenire su alcune storture dei sistemi educativi, soprattutto europei, per la loro lunga destrutturazione ma anche perché non sembra del tutto sopita la pas- sione pedagogica. È però opportuno rivedere alcune posizioni, che sono state la causa del decadimento. Di contro al tecnicismo del «te ne invento una al giorno», delle programmazioni esasperate, del «tutto si può insegnare a tutti», del saccente sperimentalismo, in cui ogni ipotesi sembra di- ventare vera ed attendibile, è possibile ritro- vare nei paragrafi iniziali delle leggi scolastiche (poche, semplici, degli anni 70-90 come le canzoni diventate memorabili) le fi- nalità dell’educazione e dei suoi apparati or- ganizzativi (scuole): la formazione e l’orientamento delle giovani generazioni . La scuola è l’insieme degli strumenti per- sonali e logistici per favorire la promozione delle persone verso la consapevolezza, la re- sponsabilità, la possibile libertà e, secondo coscienza, anche la trascendenza, che com- pongono la vera humanitas. Scopo comples- sivo dell’educazione è rivelare all’uomo i misteri della vita, condurre verso preziose unicità nella costante complessità del tessuto sociale e definire possibili e pacifiche condi- zioni di convivenza. La vera dignità proviene solo dalla piena e libera consapevolezza. È necessario uscire dai banchi di nebbia che hanno avvolto i temi dell’esperienza e dell’intelligenza, del pensiero e della pras- si, dell’ideazione e dell’esecuzione. Non si tratta di contrapporre le mani al pensiero né di tornare a separare lo studio dal lavoro ma di precisare che l’esecuzione di qualun- que compito dev’essere illuminata da qual- che barlume di consapevolezza, che può de-

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