Maggio-Giugno 2017

MISERICORDIA E CULTURA DELLA CARITÀ INDIVIDUALE E POLITICA Gian Cesare Romagnoli, Università Roma Tre Premessa Q uesto è un tema ampio e complesso (1) che porta ad affrontare, innanzi- tutto, un problema tassonomico, ov- vero la distinzione del concetto di misericor- dia da quello di cultura della carità. Entram- be sono condizioni fondamentali per vivere nel contesto di un umanesimo integrale, ov- vero per costruire una comunità civile se- condo criteri di equità e inclusione sociale, in cui l’efficienza è un vincolo e non un ob- biettivo, al contrario della giustizia sociale. La misericordia è uno degli attributi di Dio (2) ed è inseparabile dalla sua giustizia. La virtù della misericordia è stata definita, da sant’ Agostino, una compassione del no- stro cuore verso la miseria altrui, per la quale siamo spinti, se possiamo, a soccor- rerla. La tradizione catechistica cattolica ha poi dato il nome di opere di misericor- dia, alle azioni finalizzate al sollievo dei mali del prossimo, che possono essere sia del corpo che dello spirito (3). Esse sono espressioni concrete del precetto evangeli- co «ama il prossimo tuo come te stesso». Ma la misericordia non è virtù, bensì «pas- sione», come scriveva Dante, un moto pro- fondo dell’anima e ancora, come diceva Manzoni «Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!». La parabola evangelica che più di ogni al- tra si offre come l’icona della misericordia è quella del Figliol prodigo. Viene rappre- sentato nel Padre Misericordioso di Rem- brandt (1666-1669), un artista protestante lontano da ogni clero. Intendere la miseri- cordia come attributo umano ci riporta alle parole del Padre Nostro: «rimetti a noi i no- stri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori». 9 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2017 (1) Una precedente stesura di questo saggio è stata presentata il 9 settembre 2016, all’Università Lateranense, per la celebrazione del Giubileo della Misericordia. (2) La pietà è invece un dono dello Spirito Santo che, per il Cristianesimo, include il culto del divino come amo- re, carità. (3) Sono quattordici e si dividono in sette di misericordia corporale (dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti) e sette di misericordia spirituale (insegnare agli ignoranti, consigliare i dubbiosi, consolare gli afflitti, ammoni- re i peccatori, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti). Nell’arte sacra la personificazione della misericordia non si trova. La scena è dominata piuttosto dalle virtù teologali (Fede, Speranza, Carità) e dalle virtù cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza). Esiste invece la tradizione iconografica delle opere di Misericordia che tocca l’apice con Caravaggio sia nelle Sette Opere di Misericordia che nella Vocazione di Matteo indicando il contenuto della misericordia e chi è invi- tato a compierla.

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