Maggio-Giugno 2017

governo nazionale), nonché vicepresidente della COREIS Italiana, «La nostra parte- cipazione alla cittadinanza ci fa aderire ai valori della Repubblica: libertà - e prima di tutto libertà di coscienza - uguaglianza e fraternità. Nella nostra visione rappre- sentano un naturale prolungamento dei valori religiosi. Aderiamo anche al principio di laicità che ci ha permesso di scegliere la nostra fede e ci rende possibile la pratica del culto. Quanto all’impegno spirituale, per noi costituisce il motore stesso dell’amore per il prossimo e della sollecitudine per il bene comune». Risulta evidente che non è possibile continuare a produrre delle divisioni artificiose, false e irreali tra una presunta componente laica della società italiana e le comunità religiose, come se tutti non perseguissero, in modi diversi, le stesse finalità di tutela di quei valori universali che sono tali poiché derivano dalla stessa natura primordiale dell’Uomo. Certo, si tratta di recuperare una visione non per tutti così scontata, ma è uno sforzo intellettuale che deve essere attuato, soprattutto a livello educativo e scolastico. In molti hanno infatti sottolineato come un concreto apporto religioso come quello degli incontri del 31 luglio 2016 sia il vero antidoto pratico e concreto alle narrative integraliste, e questo si riflette in prospettiva nella necessità di riportare all’interno della scuola e degli istituti educativi e formativi quei principi e valori a cui sia i religiosi sia i laici si rifanno per sostenere la crescita interiore ed esteriore dei nostri giovani. Per riprendere l’esperienza vissuta nella Cattedrale di Palermo, pochi minuti dopo l’inizio della messa, una mano si è poggiata sulla mia spalla, mi sono girato e ho trovato con grande piacere il sindaco Leoluca Orlando, il Console del Regno del Marocco Ahmad Sabri, il presidente della Consulta delle Culture Adam Darawsha assieme alla consigliera della stessa consulta Nadine Abdia; la presidente del Forum Donne marocchine in Italia, Amina Belghouate e Nino Tripodo del Centro Speranza e Carità di Biagio Conte, venuti per esserci e sostenere questo gesto di vicinanza verso la comunità cristiana. La conferma di questa ricerca di unità in un Taras, un ricompattamento, tra «persone di buona volontà» si è manifestata in occasione dello scambio del saluto di pace, quando tanti fedeli, seguendo l’esempio di Monsignor Sarullo, che è sceso dall’altare e ha voluto porgere i saluti di pace al sottoscritto e alle personalità presenti, si sono mossi per manifestare la loro partecipazione sincera a questo momento di autentica comunione. Certo Palermo è forse da questo punto di vista un’eccezione, che tuttavia ci auguriamo diventi la nuova normalità nei rapporti tra le variegate componenti della società italiana ed europea. Concludo riprendendo le parole del Cardinale Angelo Bagnasco che dalle pagine di Famiglia Cristiana si auspicava che questo sia «l’inizio di un percorso nuovo». Ci auguriamo di poter sviluppare insieme agli insegnanti, cattolici e non, assieme alle comunità ebraiche dei programmi comuni di testimonianza del valore educativo e civile di una convergenza intellettuale nel segno dell’Unico Dio di cui siamo tutti creature e servitori. 8 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIV - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2017

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