Maggio-Giugno-2016
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016 6 S p i r i t u a l i t à offerto è frutto di esperienza, di professio- nalità e di un impegno didattico serio e con- tinuato. Il tutto va vissuto nello stile del di- sinteresse, nella disposizione ad agire verso gli altri come vorremmo che gli altri agisse- ro nei nostri confronti. nell’azione di classe occorre attuare un modus agendi che concorra alla crescita della maturità personale degli alunni, in uno stile educativo consono con le indica- zioni pedagogiche di fondo dello spazio fa- miliare e sociale. È uno stile fatto d’inco- raggiamento, di adeguazione dei limiti alle capacità esplorative e conoscitive dell’alun- no, di fiducia nelle sue possibi- lità. È uno stile educativo in virtù del quale lo spe- rimentare cre- scenti livelli di autonomia equi- vale non già a fa- re qualcosa di ec- cezionale una tantum , bensì ad entrare in una lo- gica di acquisi- zione permanen- te di abitudini; ad agire secondo regole precise e in riferimento a sempre più elevati livelli di responsabilità. l’armonizzazione della pedagogia della persona e della didattica attiva si realizza con la partecipazione delle varie compo- nenti della scuola. a tale processo produtti- vo di cultura educativa partecipano tutti i membri, non soltanto i docenti. I modi di agire, i differenti e i variegati stili di com- portamento vanno a costituire quotidiana- mente un patrimonio di conoscenze alle quali i singoli membri attingono nel tempo in cui sono chiamati ad affrontare problemi e prospettare soluzioni (6). «Col cuore in mano»: la prossimità la mano è la longa manus del cuore. In essa, infatti, l’esteriorità più materiale delle cose s’incontra con l’interiorità più profonda. la mano si può aprire, in linea con i sentimenti del cuore, per afferrare o condividere, per ferire o accogliere. «dove uno soffre, lì tiene anche la mano» (plutar- co). a scuola il docente incrocia molte fra- gilità e situazioni problematiche. Spesso sono gli alunni stessi a parlargli delle loro difficoltà con uno stile franco e con «il cuore in mano». lo scrittore Eraldo affinati, impegnato a scuola nel recupero dei ragazzi difficili, rac- conta con tenerezza non priva d’ironia lo splendore e la fragilità degli studenti con cui condivide l’esistenza quotidiana, cer- cando di capire ciò che alberga nel cuore dei ragazzi. nei suoi libri riflette sulla sua esperienza d’insegnante, scegliendo il pun- to di vista del ripetente, l’angolo di pro- spettiva di chi fallisce (7). questa singolare prospettiva può aiutare a capire cosa non funziona nell’alunno, cosa c’è dietro la ne- gativa valutazione in itinere , la nota asse- gnata, l’insuccesso formativo o, peggio, l’abbandono scolastico. la persona non è solo mente, non è solo cuore, non è solo spirito. le tre dimensioni (mente, cuore, spirito) possono fiorire ar- monicamente solo se vengono considerate insieme. la cura dipende molto dal «cuore del docente», dalla sua capacità di vivere la vocazione come disponibilità a parteci- pare a un progetto che si attua attraverso azioni e relazioni di prossimità. Va ritrova- to il senso della scuola, perché essa sia sempre più una «scuola del senso» (per l’appunto una « paidéia » integrale), che ri- (6) Cfr d. n IColI (ed.), L’intelligenza nelle mani. Educazione al lavoro nella Formazione Professionale , Rubbet- tino, Soveria mannelli, 2014. (7) Cfr E. a ffInatI , Elogio del ripetente , mondadori, milano, 2013.
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