Maggio-Giugno-2016

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016 38 dattica ordinaria, e non può limitarsi a prendere in esame documenti o questionari. Soggetti e strumenti Chiarito che la dimensione naturale della valutazione dovrebbe essere l’osservazione in aula, si chiariscono anche i soggetti e gli strumenti della valutazione. I soggetti variano in funzione delle finali- tà. la valutazione «migliorativa», volta a promuovere la riflessione sulla didattica in vista del suo miglioramento, può essere condotta da «docenti esperti» che accom- pagnano il docente valutato per qualche giorno. questi docenti esperti possono esse- re interni o esterni all’istituto. già la colla- borazione con docenti interni può dare otti- mi risultati, e anzi va comunque incentiva- ta: dal confronto possono nascere nuove idee, e lo sguardo degli altri docenti, per quanto colleghi, è sempre uno sguardo «ter- zo», che permette di oggettivare le prati- che e coglierne meglio potenzialità e limiti. Inoltre, dal momento che questa valutazio- ne non deve concludersi con attribuzioni di incentivi, la collaborazione con i colleghi potrebbe essere sufficiente. tuttavia, può essere utile integrarla con osservatori «esterni». Una comunità scolastica, infatti, tende a condividere, spesso, gli stessi orien- tamenti culturali e didattici, per ragioni na- turali e del tutto legittime: se si sviluppa tale tipo di condivisione, infatti, la coope- razione è più efficace. tuttavia, ai fini della valutazione serve a volte lo «shock cogniti- vo» di una osservazione esterna, che si ser- ve di altri parametri. quindi, in sintesi: questo tipo di valutazione dovrebbe essere condotta da docenti «esperti», non da ispettori ministeriali ormai lontani dalla di- dattica, ma da docenti in servizio qualificati per avere svolto ricerca didattica; e questi docenti dovrebbero essere sia interni che esterni all’istituzione scolastica. ovviamen- te, a questo lavoro dei docenti esperti si dovrebbe affiancare indirettamente il diri- gente scolastico, che «istruisce» il dossier. quanto alla valutazione «incentivante», questa non è altro che la prima, quando viene collegata a delle prospettive di mi- glioramento della propria posizione profes- sionale, come vedremo dopo; quindi i sog- getti restano gli stessi. Infine, la valutazione «sanzionatoria». questa dovrebbe essere in capo al dirigente scolastico, l’unico che conosce dall’interno la scuola e i suoi dipendenti, il «datore di lavoro» ai quali questi devono rispondere. I dirigente deve avere gli strumenti per valu- tare direttamente il lavoro d’aula dei do- centi, non al fine di dare premi o incentivi, ma di garantire il livello normale del «servi- zio». attualmente, questa funzione di con- trollo del dirigente scolastico è limitata di fatto al piano disciplinare; il problema è renderla possibile anche sul piano didattico, con l’obbligo di visitare periodicamente le aule durante le lezioni. la definizione dei soggetti della valuta- zione permette di definirne gli strumenti. Come abbiamo detto, si tratta in primo luogo di praticare l’osservazione del lavoro d’aula e le conversazioni o interviste con docenti, alunni e famiglie. per fare questo, lo stru- mento è quello della «visita ispettiva», che non va intesa però come una visita burocrati- ca e del tutto esterna, ma come una osser- vazione e accompagnamento. In tal senso, può essere condotta, come abbiamo detto, anche da docenti esperti interni alla scuola; meglio però se svolta da docenti esterni. gli ispettori esterni non dovrebbero essere dei funzionari, ma degli esperti di didattica, in attività. ovviamente, la visita deve essere anche «istruita» (nella documentazione) e seguita dal dirigente scolastico. Le conseguenze le conseguenze attese dalla valutazione individuale dei docenti sono inscritte nelle finalità analizzate all’inizio.

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