Maggio-Giugno-2016

ecc. tutto questo non deve essere sovracca- ricato di un peso eccessivo. tuttavia, si può garantire un minimo di omogeneità dando la possibilità ai dirigenti di intervenire, per quanto con circospezione, anche in materia didattica, e non solo in ambito disciplinare. Oggetti Che cosa bisogna valutare? Che cosa de- ve essere preso in considerazione per valu- tare correttamente il lavoro dei docenti? I candidati sono due: i risultati di apprendi- mento degli studenti e il processo di ap- prendimento stesso. I risultati di apprendi- mento non possono essere l’oggetto della valutazione individuale dei docenti, per di- verse ragioni. la prima e fondamentale è che i risultati di apprendimento sono deter- minati ampiamente dalla cooperazione di tutti i docenti e dall’organizzazione scolastica. ovviamente, essi dipendo- no anche dalle precondizioni sociali e culturali degli studenti. non è facile isolare queste precondizioni e deter- minare solo il contributo dell’istruzio- ne scolastica ai risultati finali; tutta- via, la ricerca statistica riesce in par- te a farlo, non è questo l’ostacolo fondamentale. Il problema è che se i risultati che si possono isolare come determinati dall’istruzione scolastica sono frutto di un’azione cooperativa, come mostrano tutti gli studi, allora non è possibile isolare il contributo del singolo docente. potrebbe accade- re di riscontrare degli ottimi risultati in una singola disciplina, senza che questo si possa ascrivere al solo docente di questa disciplina. Inoltre, lo studio dei risultati di apprendimento è statisticamente valido se il campione è significativo: se quindi si prende in considerazione un’intera scuola, è possibile; ma se si prendono in considera- zione solo gli allievi di un docente, il cam- pione rischia di essere troppo limitato. Infi- ne, porre l’attenzione solo ai risultati ri- schia di impostare il miglioramento della di- dattica da una prospettiva troppo riduttiva. Si rischia infatti di dare troppo peso all’og- gettivazione delle conoscenze, inevitabil- mente messa in atto per registrare i risulta- ti, rispetto alle competenze «vive» degli studenti. per queste ragioni, è molto più ragione- vole che la valutazione individuale dei do- centi si concentri sull’attività didattica stessa, cioè sul processo. Si tratta di pren- dere in esame il modo di insegnamento del docente, la sua pratica quotidiana. In parti- colare, quali aspetti di questa pratica do- vrebbero essere oggetto di osservazione? In primo luogo, i metodi: gli strumenti e le tecniche con le quali viene attuata la di- dattica. Su questo terreno, si tratta di ve- dere se il docente è capace di muoversi con più metodi, se è capace di adattarli alle esi- genze della classi e dei singoli studenti, se riesce a fare lavorare gli studenti rendendo- li attivi, senza limitarsi a trasmettere delle conoscenze astratte ecc. poi, la relazione didattica: il modo di in- teragire tra docente e allievi, la maniera di garantire un rapporto proficuo, e un ruolo attivo degli allievi ecc. Infine, la strutturazione del lavoro ri- spetto agli obbiettivi, alle tappe ecc., e di conseguenza i materiali prodotti in funzione dell’attività didattica. queste liste sono aperte perché, in real- tà, ciò che deve essere preso in considera- zione nel processo didattico «vivo» non può essere predefinito rigidamente a priori. Sa- rà l’osservatore a capire quali aspetto van- no presi in considerazione. È evidente però che un simile tipo di valutazione richiede una osservazione in aula, nel corso della di- 37 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016

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