Maggio-Giugno-2016

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016 36 Finalità Su questo terreno, tanto nell’opinione pubblica quanto nel dibattito politico, si è creata molta confusione, per varie ragioni. le famiglie chiedono più cose alla valuta- zione dei docenti, senza distinguerle chiara- mente: da un lato chiedono che i docenti inadempienti possano essere sanzionati o addirittura rimossi; dall’altro chiedono che la didattica migliori, che ci sia una maggio- re sensibilità alla relazione didattica, ai bi- sogni individuali degli alunni ecc. nel dibat- tito politico, e nel testo della legge 107, si sovrappongono spesso l’esigenza di incenti- vare l’innovazione didattica e quella di «premiare i migliori». ora, tutte queste co- se sono diverse, ma si sono sovrapposte in- debitamente. proviamo a districarle, distin- guendo tre finalità. Il miglioramento della didattica . Il primo fine della valutazione dei docenti dovrebbe essere promuovere il miglioramento della didattica. Una didattica di buona qualità di- pende da due fattori: una accurata selezio- ne iniziale dei docenti; un aggiornamento e impegno costante dei docenti nell’innova- zione didattica. Il primo fattore può essere sufficiente se viene applicato con coerenza e costanza negli anni, e se si garantisce un adeguato riconoscimento sociale ai docenti: in simili condizioni, l’autoaggiornamento e la cura della didattica verranno da sé. tut- tavia, il sistema scolastico italiano è ben lontano da tali condizioni: il reclutamento è stato fatto in modo discontinuo e differen- ziato, non sempre garantendo una adeguata selezione dei docenti; il riconoscimento so- ciale (anche in termini economici e di «car- riera») non è adeguato. per queste ragioni, il miglioramento della didattica può essere promosso da valutazioni regolari che non abbiano in nessun modo intenti premiali né punitivi (su questi due aspetti dopo), ma un intento di «accompagnamento»: la valuta- zione deve servire ad analizzare il processo didattico messo in atto dal docente, trovar- ne i punti di forza e di debolezza, favorire il confronto con metodi didattici innovativi, o che comunque possano risolvere difficoltà emerse nella sua didattica ordinaria. Insom- ma, nel complesso essa deve servire a in- centivare in modo del tutto «qualitativo», cioè senza fare graduatorie o avere conse- guenze sul percorso professionale. le con- seguenze devono vedersi come frutto del confronto del docente con la valutazione stessa. Premiare l’innovazione e il miglioramen- to . questa seconda funzione può essere le- gata alla prima, ma non deve esserlo neces- sariamente. qui si tratta di incentivare di- rettamente o indirettamente il miglioramen- to della didattica e l’innovazione, introdu- cendo delle differenziazioni tra i docenti sul piano retributivo o professionale. Si tratta quindi di dare un qualche riconoscimento re- tributivo o formale (di avanzamento di car- riera, per esempio) a chi innova e si impe- gna di più. questa funzione non è uguale al- la prima, perché nel primo caso l’intento è promuovere un generale miglioramento del- la didattica, senza legarlo a una logica «pre- miale». qui, invece, la valutazione può ave- re una funzione di incentivo, rivolta a pro- getti o attività che affrontino problemi cru- ciali di una scuola. Come cercheremo di ve- dere più avanti, bisogna evitare di «corrode- re» lo spirito collegiale su cui si regge ne- cessariamente la scuola, quindi questo tipo di valutazione può essere rivolta tanto al singolo quanto a gruppi. anche nel primo ca- so, si deve evitare che il fatto di «premiare» una particolare attività generi o accentui di- visioni o competizione tra i docenti. gli ob- biettivi e i metri di valutazione devono esse- re condivisi, e questo tipo di «incentivi» de- vono essere accessibili a tutti, sulla base di una scelta. Vedremo più avanti che questo ha delle ricadute sul modo di pensare gli ef- fetti di questa valutazione sulla retribuzione e sulla carriera dei docenti. Infine, un’ultima funzione della valuta- zione da tenere presente è quella di «san- zionare gli inadempienti» . questo è un li- vello che non ha niente a che fare con la promozione del miglioramento della didatti- ca, ma riguarda invece il mantenimento del «minimo» obbligatorio che ogni docente de- ve ai suoi alunni, alle famiglie e alla collet- tività: il rispetto degli allievi nella relazione didattica, la chiarezza e la trasparenza de- gli impegni presi con gli allievi, il rispetto del patto educativo, la programmazione

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