Maggio-Giugno-2016

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016 34 ricolo e le singole progettazioni didattiche; — rivedere in una prospettiva di maggiore funzionalità e integrazione il rapporto tra le scuole e i servizi territoriali; — accrescere le competenze pedagogico-di- dattiche dei singoli insegnanti, attraverso una formazione basata sui principi del piccolo gruppo e della ricerca sul campo; — innovare la professionalità docente in un ottica collaborativa. La didattica inclusiva comporta un’azione articolata in aree e livelli Come va declinata una didattica inclusi- va che si presenti come una modalità strut- turata di promuovere il successo scolastico di ciascuno e di prevenire le situazioni di maggiore di difficoltà? a questo riguardo oc- corre ancora una volta superare un equivo- co che consiste nel definire linee generiche di azione senza specificare i campi di inter- vento. la promozione dell’apprendimento e la prevenzione del disagio richiede un ap- proccio operativo che tenga presente la possibilità di lavorare innanzitutto su più aree della vita scolastica. occorre in con- creto chiedersi: come posso intervenire nel- la e con la classe? quale intervento posso strutturare e quale relazione posso costrui- re con quell’alunno che ha specifiche diffi- coltà? Che cosa possa fare a livello di siste- ma, ossia nell’organizzazione della scuola, nella formazione degli insegnanti, nel rap- porto con i genitori, nel rapporto con il ter- ritorio? In secondo luogo occorre riconoscere che la didattica a misura di ciascuno va articola- ta in livelli diversi a seconda delle situazioni con cui si ha a che fare. Vi è certamente un primo livello, che possiamo chiamare gene- rico, che riguarda l’insegnamento quotidia- no con tutti gli alunni. Vi è poi un livello specifico che riguarda il costruire interventi appositi per alunni che vivono una situazio- ne di bisogno educativo speciale restando all’interno dell’impianto formativo ordina- rio. Vi è poi un livello, più raro, che possia- mo chiamare specialistico che si mette in atto quando la gravità delle difficoltà del- l’alunno richiede un ripensamento non solo degli obiettivi e degli strumenti, ma anche delle strategie didattiche nel suo comples- so. questa distinzione in aree e livelli, che è stata oggetto di alcuni studi a cui rinvio per un approfondimento (7), può essere uti- le per dare maggiore organicità alla pro- spettiva inclusiva della didattica. (7) Cfr. p. t RIanI – E. R IpamontI – a. p ozzI , Centra la scuola. Interventi di sistema per la grave dispersione scolasti- ca , Vita e pensiero, milano, 2015; Rete tematica «promuovere il successo formativo» scuole secondarie I-II gra- do della provincia di lodi, Promuovere il successo formativo e prevenire la dispersione scolastica. Linee per un lavoro comune. Report del percorso di approfondimento svolto nell’anno scolastico 2014-2015 , cura di p IERpao - lo t RIanI , EdUCatt, milano, 2016. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia Daniel Pennac

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