Maggio-Giugno-2016

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016 16 mentre invece l’ uscita dall’euro dei Paesi deboli (rimarrebbe un euro dei paesi fi- nanziariamente forti) e il ritorno alle vec- chie valute, grazie alla loro forte e inevi- tabile svalutazione , in ciascun paese fa- rebbe aumentare le esportazioni e dimi- nuire le importazioni, rilanciando la pro- duzione e l’occupazione, anche se al prez- zo -appena ricordato- di un drammatico e generale impoverimento (perdita del va- lore dei risparmi, dei salari e delle pen- sioni ) . tuttavia questi analisti : - ignorano (e sostanzialmente negano) l’af- fermazione che tutto il risparmio, deri- vante dal taglio della spesa imposto dall’austerità, dovrebbe essere immedia- tamente utilizzato per ridurre il carico fiscale complessivo sulle imprese e sul lavoro , in tal modo ottenendo gli stessi risultati positivi dell’uscita dall’euro (ri- lancio della produzione e dell’occupazio- ne) ma senza i drammatici costi della svalutazione ; - sorvolano sull’enorme problema della ge- stione del debito pubblico, che andrebbe comunque rimborsato in euro ; - trascurano il fatto che tutte le banche hanno investito una parte rilevante delle loro risorse finanziarie in titoli del debito pubblico del proprio paese, titoli il cui va- lore precipiterebbe in caso di uscita dal- l’euro, dando origine a una catastrofica serie di fallimenti bancari . qualcuno propone anche l’enorme scioc- chezza di non rimborsare i creditori, com- presi quelli esteri, il che provocherebbe una drammatica fuga dei capitali e la fine, per molti anni, di qualsiasi tipo di investimento estero nel paese, e quindi il definitivo decli- no dell’economia. 12- Le cifre smentiscono chi attribuisce soprattutto all’austerità il perdurare della crisi dell’economia italiana Contro l’idea che sia l’austerità la princi- pale causa della crisi della nostra econo- mia, riporto alcune cifre significative tra quelle che i politici italiani cercano di oscu- rare, cifre quanto mai eloquenti, che non richiedono commenti. per dirla in sintesi, il contenuto delle riforme dovrebbe consiste- re proprio nell’ottenere un decisivo miglio- ramento di queste cifre. - Corruzione : nella classifica mondiale, l’Italia figura al 69° posto, e all’ultimo po- sto tra i paesi dell’eurozona e tra i paesi ocse (8). - nel Rapporto 2014 della Banca mondia- le, che ha analizzato 189 paesi, l’Italia figu- ra al 65° posto per facilità nel fare impre- sa , al 103° posto per le difficoltà che in- contrano le imprese per ottenere dalla Giustizia civile il rispetto dei contratti , al 112° posto per le difficoltà per ottenere un permesso di costruzione , al 138° posto per le complicazioni burocratiche del si- stema fiscale . - nel Rapporto 2014 del World economic forum , riguardo all’ efficienza del mercato del lavoro , l’Italia figura al 136° posto su 144 paesi esaminati. - la direzione generale delle entrate ha informato, nell’aprile 2014, che la differen- za tra il gettito potenziale e quello effetti- vo di Irpef, addizionali Ires, Iva e Irap, su- pera i novanta miliardi ; se si aggiungono le cifre relative all’evasione dei contributi so- ciali e delle tasse locali, si arriva ad una evasione fiscale complessiva per l’impres- sionante cifra di circa duecento miliardi (9). (8) l’ocse è l’organizzazione mondiale dei paesi più industrializzati. attualmente fanno parte dell’ocse 34 paesi. (9) È necessario aggiungere che per non poche piccole e piccolissime imprese evadere il fisco è l’unico modo per sopravvivere. Se dovessero pagare il dovuto, sarebbero costrette a chiudere.

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