Maggio-Giugno-2016
13 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016 tere la crisi hanno iniettato copiosa liquidi- tà nelle rispettive economie. questi politi- ci, e gli economisti che li sostengono, omet- tono però di evidenziare ciò che differenzia quei due paesi da quelli dell’eurozona. a) gli Stati Uniti hanno il grande privilegio di poter stampare dollari senza che que- sti si svalutino significativamente , per- ché il dollaro è la moneta utilizzata sia nelle transazioni commerciali internazio- nali, sia come moneta di riserva (da te- saurizzare, come fosse oro) perché rite- nuta al riparo da svalutazioni consistenti, a causa dell’affidabilità della classe poli- tica, della forza dell’economia e dell’ef- ficacia della ricerca scientifica, che at- trae da tutto il mondo molti tra i migliori cervelli e crea con continuità nuovi bre- vetti, nuovi prodotti, nuove imprese e nuova occupazione. Inoltre, per gli stessi motivi, i governi Usa possono raccogliere denaro in ogni paese emettendo titoli di Stato a tassi relativamente bassi perché ritenuti privi di rischio. ma al di là delle vicende di questi ultimi anni, operano negli Stati Uniti numerose cause, stori- che, culturali e politiche, di enorme im- portanza malgrado siano dai più ignora- te, cause tra loro strettamente intreccia- te, che determinano la superiorità eco- nomica degli Usa. queste cause, che nel loro insieme costituiscono anche un’affa- scinante lezione di storia, sono descritte su internet in un lavoro sulla globalizza- zione: www.uciimtorino.it > economia in- ternazionale > globalizzazione, no global ecc. > capitolo VIII, paragrafi 28 e so- prattutto 29, ai quali rimando (1). b) Il giappone non gode dello stesso privile- gio, ma immette nell’economia denaro raccolto quasi esclusivamente tra i ri- sparmiatori giapponesi, e non deve quin- di preoccuparsi del gigantesco debito pubblico e delle valutazioni dei mercati finanziari internazionali. l’aumento di liquidità ha avuto successo negli Stati Uniti e li ha fatti uscire dalla cri- si, invece in giappone l’esito è meno positi- vo, a causa dell’elevata rigidità delle strut- ture economiche e sociali : anche in giappo- ne, come in Italia, i diversi governi che si sono succeduti non hanno finora fatto le ri- forme necessarie. fino al gennaio 2015 (2), la Bce, per evi- tare il rischio di inflazione, rifiutava la ri- chiesta di un consistente aumento della massa monetaria europea, impedendo la ri- duzione del valore dell’euro rispetto al dol- laro e alle altre valute (svalutazione), e quindi riduceva per gli europei il costo del- le importazioni, ma rendeva più difficile esportare perché aumentava il prezzo delle merci europee per gli stranieri . Ciò non pre- occupava la germania, la quale crea con continuità nuovi prodotti ad alta tecnolo- gia, non ancora soggetti alla concorrenza internazionale e quindi poco sensibili al prezzo, mentre danneggia la maggior parte degli altri paesi, che esportano soprattutto prodotti a tecnologia media o bassa, sogget- ti alla concorrenza e molto sensibili al prez- zo . dunque sarebbero l’austerità e la difesa del valore dell’euro che rovinerebbero que- sti paesi, mentre gioverebbero soprattutto ai tedeschi . I sostenitori di questa tesi affermano che i paesi in difficoltà potrebbero riavviare l’economia se la Bce stampasse euro pre- standoli ai governi, che, pur accrescendo il loro indebitamento , potrebbero però finan- ziare nuove attività e creare occupazione senza dover ridurre la spesa pubblica e sen- za imporre sacrifici . la tesi può apparire convincente, ma purtroppo non ha fonda- mento, perché una crescita non effimera, che aumenti durevolmente l’occupazione, esige la creazione di condizioni tali da favorire gli investimenti in nuove attivi- tà, attirando, dall’interno di ciascun Paese e dall’estero, i capitali privati di- (1) Il ruolo del dollaro nell’economia mondiale viene esaminato nello stesso lavoro su internet, capitolo VII/1, paragrafo 24.000. (2) quando si è preso atto del crescente pericolo della deflazione. Si veda il paragrafo 1 sul precedente numero della rivista.
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