Maggio-Giugno-2016
11 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 5-6 - Maggio-Giugno 2016 suo sapere è fondato sulla realtà, e perciò gli dà indipendenza e coraggio. la sua parola è forte perché ha l’ar- matura dell’esperienza. le conclusioni sono possedute come una meta rag- giunta attraverso un cammino logico che è stato percorso tutto senza salti e senza oscurità (7). La metafora del cammino in prospettiva didattica: un’ipotesi «narrativa» l’immagine nosenghiana della guida al- pina è particolarmente suggestiva, si col- lega al suo vissuto di persona nata e cre- sciuta in una terra ricca di montagne, e trova indubbiamente eco nell’esperienza e – per dirla con Bruner – nelle narrazioni personali di chi scrive, che – a sua volta – ha amato le montagne fin dalla più tenera età ed è stato «iniziato» all’attività alpini- stica in età molto giovanile. di qui il ten- tativo di proporre una «riserva» di immagi- ni e metafore che rappresentino il cammi- no della conoscenza, in forma narrativa a partire da un testo che immagina una serie di escursioni, lungo diverse tipologie di cammini (dal sentiero di fondovalle alla parete di roccia, senza dimenticare la pas- seggiata nel bosco, i calanchi, i maestosi ghiacciai, ecc.) ciascuno dei quali rappre- senta metaforicamente un approccio alla conoscenza. di qui il sottotitolo dell’opera ( 8) ( Come percorrere i sentieri della vita imparando dalle proprie esperienze ), che vuole sottolineare anche come l’apprendi- mento – per essere autenticamente tale – dev’essere significativo per la persona che apprende, cioè andare ad intrecciarsi con i fili della sua narrazione esistenziale e tro- vare posto in quella trama e in quell’ordi- to. l’idea viene espressa in termini abba- stanza chiari nella prefazione del testo: l’avventura della conoscenza ha pro- fonde analogie con l’esperienza del cammino, in tutte le sue forme e nei molteplici scenari che si possono in- contrare. anche la conoscenza nasce da una pulsione interna, incontenibile per chi è sensibile ad essa: una sorta di «argento vivo della mente» che fre- me dalla voglia di capire, di scoprire cose nuove (…). la conoscenza non ci viene data «in regalo», ma è una con- quista personale, da raggiungere con le «gambe della mente» … talvolta quelle «gambe» si muoveranno con agilità, come quando si gusta una bel- la passeggiata in campagna in una fre- sca giornata di primavera. altre volte il cammino della conoscenza sarà insi- dioso, cosparso di buche dentro a cui si potrebbe cadere (…). Ci saranno poi dei momenti in cui l’esperienza del- l’apprendimento potrà essere dura, si- mile ad un’ascensione alpinistica, con impervie pareti rocciose. allora non basteranno le gambe, serviranno an- che le mani … ma quale soddisfazione una volta giunti in vetta! (9) In questo cammino della conoscenza, ci diceva nosengo, l’insegnante è come una guida, che percorre la strada assieme agli allievi e, aggiungiamo noi, li aiuta a far sì che il cammino percorso vada ad arricchire le narrazioni interiori di ciascuno di loro. per questo ogni insegnante spontaneamente ge- nera non solo piccoli esempi «ad hoc», che servono a spiegare singoli concetti durante le lezioni, ma è chiamato anche a generare grandi metafore, che possano accompagnare questo percorso di rielaborazione narrativa di più ampi orizzonti. Il testo che abbiamo sommariamente presentato ha la speranza di offrire alcune suggestioni e stimolare il pensiero narrativo di coloro che lo legge- ranno, per dare ali a tale pensiero e consen- tirgli di correre verso le vette più alte, in modo che le possano raggiungere anche i propri allievi. (7) g. n oSEngo , L’attivismo nell’insegnamento religioso della scuola media , Istituto di propaganda libraria, mi- lano 1938, p. 50. (8) le coordinate bibliografiche complete dell’opera, fresca di stampa: a. p oRCaREllI , Saper guardare al di là degli occhi. Come percorrere i sentieri della vita imparando dalle proprie esperienze , diogene multimedia, Bo- logna 2016. (9) Ivi, pp. 7-8.
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