Marzo-Aprile 2019
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2019 6 della scuola, luogo privilegiato per la for- mazione dei giovani, chiamata a confrontar- si con la società di oggi, per costruire in lo- ro «una persona forte, integrata, protagoni- sta e capace di dare» (221). la chiesa vuole per i giovani la migliore cultura e chiede lo- ro un concreto impegno nello studio e nel lavoro scolastico, una mentalità critica di fronte alle tante illusorie sirene della socie- tà contemporanea: «d’altra parte, non pos- siamo separare la formazione spirituale dal- la formazione culturale. la chiesa ha sem- pre voluto sviluppare per i giovani spazi per la migliore cultura. non deve rinunciarvi, perché i giovani ne hanno diritto. oggi spe- cialmente, diritto alla cultura significa tute- lare la sapienza, cioè un sapere umano e umanizzante. troppo spesso si è condiziona- ti da modelli di vita banali ed effimeri, che spingono a perseguire il successo a basso costo, screditando il sacrificio, inculcando l’idea che lo studio non serve se non dà su- bito qualcosa di concreto. no, lo studio ser- ve a porsi domande, a non farsi anestetizza- re dalla banalità, a cercare senso nella vita. è da rivendicare il diritto a non far prevale- re le tante sirene che oggi distolgono da questa ricerca. ulisse, per non cedere al canto delle sirene, che ammaliavano i mari- nai e li facevano sfracellare contro gli sco- gli, si legò all’albero della nave e turò gli orecchi dei compagni di viaggio. invece or- feo, per contrastare il canto delle sirene, fece qualcos’altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene. ecco il vostro grande compito: rispondere ai ritornelli pa- ralizzanti del consumismo culturale con scelte dinamiche e forti, con la ricerca, la conoscenza e la condivisione» (223). l’impegno personale è forse un punto difficile da ottenere oggi, ma nei loro am- bienti educativi gli insegnanti cattolici de- vono proporre ed esigere la fedeltà al lavo- ro scolastico, la sana ambizione di riuscire nella vita professionisti preparati ed abitua- ti fin dagli anni dell’adolescenza alla re- sponsabilità personale. la vita non è né una disperazione per alcuni o una festa per al- tri, ma per tutti un servizio ed un lavoro di cui dobbiamo rendere conto: così si esprime nei promessi Sposi Alessandro Manzoni, ri- portando la convinzione del giovane Federi- co borromeo, futuro cardinale di Milano. è necessario anche che la proiezione ver- so il lavoro e la professione sia prima inte- riorizzata nel cuore dei giovani, perché essa diventa una motivazione forte che spinge all’azione: «quando uno scopre che dio lo chiama a qualcosa, che è fatto per questo – può essere l’infermieristica, la falegname- ria, la comunicazione, l’ingegneria, l’inse- gnamento, l’arte o qualsiasi altro lavoro – allora sarà capace di far sbocciare le sue migliori capacità di sacrificio, generosità e dedizione. Sapere che non si fanno le cose tanto per farle, ma con un significato, come risposta a una chiamata che risuona nel più profondo del proprio essere per dare qual- cosa agli altri, fa sì che queste attività of- frano al proprio cuore un’esperienza specia- le di pienezza. questo è ciò che diceva l’an- tico libro biblico del qoèlet: «Mi sono ac- corto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere» (3,22)» (273). una particolare attenzione va rivolta ai giovani che si presentano come potenziali leader, in modo che possano formarsi e pre- pararsi e proporsi nella chiesa, nella società e nella politica, istituzioni che devono con- siderare l’occupazione giovanile come uno dei problemi prioritari da risolvere. L’accompagnamento una proposta, rivolta agli educatori cri- stiani, ma anche agli stessi giovani formati nella fede, ritorna spesso nell’ultima parte della lettera di Francesco: è quella di farsi accompagnatori di altri ragazzi, perché sco- prano o riscoprano la vita cristiana e matu- rino personali scelte di vita. la prima qualità dell’accompagnatore è l’ascolto. il giovane «deve sentire che lo ascolto incondizionatamente, senza offen- dermi, senza scandalizzarmi, senza irritar- mi, senza stancarmi. questo ascolto è quel- lo che il Signore esercita quando si mette a camminare accanto ai discepoli di emmaus e li accompagna per un bel pezzo lungo una strada che andava in direzione opposta a S p i r i t u a l i t à
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