Marzo-Aprile 2019

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2019 38 la seconda A che non può fare attività nella prima b, noi abbiamo una valorizzazione, non un utilizzo, delle competenze di cia- scun docente a servizio dell’istituzione sco- lastica, il che significa che la flessibilità dà la possibilità di valorizzare la competenza di ciascuno, offrendo a più studenti l’oppor- tunità di fruire di quella competenza. l’ot- timizzazione del tempo scuola e l’introdu- zione di innovazioni tecnologiche vanno col- legate all’integrazione con il contesto terri- toriale di riferimento, il che significa che il territorio entra dentro la scuola con tutte le sue risorse, con la possibilità, definita nel decreto interministeriale 44 nel 2001, rifor- mata a giugno del 2018 con il nuovo regola- mento di contabilità, degli istituti di fruire di personale esterno esperto che possa ar- ricchire il già prezioso tesoro delle risorse umane presente negli istituti. Ma a latere di questo, l’articolo 7 dello stesso Regolamen- to ci dà la possibilità di lavorare in rete, con l’opportunità di scambio professionale di docenti delle istituzioni scolastiche, si- gnifica in termini semplici che se io voglio fare la seconda lingua nella mia scuola ma non ho l’organico perché nella scuola pri- maria è prevista solo una lingua straniera che è l’inglese, ma ho la scuola accanto che fa francese, nell’ambito delle risorse del- l’organico, di disponibilità dei docenti, del monte ore e a completamento cattedra, il docente della scuola media accanto può ve- nire nella mia scuola a impartire lezioni di francese agli studenti, e allora non esistono limiti, il limite è quello delle risorse dispo- nibili sul territorio, il limite è la richiesta delle famiglie perché noi rispondiamo solo e unicamente al territorio di riferimento. gli strumenti che l’Autonomia ci ha dato sono molto ampi ma il cuore pulsante della legge sull’autonomia è che ogni scuola di- venti centro di ricerca, di sperimentazione e di sviluppo, cioè è una scuola che modifi- ca se stessa in un percorso di ricerca/azione di innovazione, cioè è una scuola che si au- toinnova, che si autocostruisce, che progre- disce ed è triste dirci nel 2018 che, come si lavorava prima dell’autonomia, si continua a lavorare oggi nelle scuole e che alcune buone prassi siano rimaste sacche di speri- mentazione periferica e non siano diventate riforme ordinamentali. Stamattina abbiamo parlato del coding, tantissime scuole fanno coding nel proprio curricolo ma sono le ec- cezioni che lo attuano con risorse interne, affidate esclusivamente alla buona volontà dei docenti, che si sono messi a disposizione nella formazione e nell’impiego del proprio tempo per realizzare questa attività aggiun- tiva. cosa diversa sarebbe se a questa auto- nomia organizzativa didattica, di ricerca e di sperimentazione si fosse affiancata una autonomia finanziaria. Abbiamo da parte del ministero un grande mandato, quello di organizzarci sui territori in risposta alle istanze, ma è come dire a un figlio io ho fi- ducia in te, tu ormai abiti lontano da me, sai quali sono le esigenze del territorio do- ve abiti, hai l’autonomia di organizzare, di ricercare e sperimentare però senza carta di credito, non ti do un bancomat, per cui quello che puoi fare deve essere a costo ze- ro. l’autonomia finanziaria, che era previ- sta in due modalità, era quella ordinaria, il cosiddetto fondo di istituto che risponde a parametri fissi: sappiamo che, se riduciamo l’organico di unità, ci arriverà un tot meno l’anno successivo. c’era un’altra autonomia programmata, che era quella perequativa a supporto delle scuole che programmavano interventi speciali, le scuole a rischio, a forte processo immigratorio, a dispersione scolastica e così via; una particolare situa- zione riguarda le regioni a statuto speciale che erogano finanziamenti, ma sappiamo che non sempre queste risorse rispondono alle reali esigenze, pur se sia stata data alla Regione l’autonomia di valutare il proprio territorio al quale è ancora più vicina ri- spetto allo Stato. quali le prospettive future in relazione all’autonomia organizzativa, all’autonomia didattica, all’autonomia della sperimenta- zione e sviluppo? Senz’altro il primo passo è la presa di consapevolezza delle opportuni- tà che il dpR 275 dà alle scuole, viene addi- rittura proposta, suggerita, incoraggiata la rottura dello schema gruppo/classe. l’ete- rogeneità, il lavoro a classe aperta, a sezio- ni aperte, per gruppi di competenza, per talenti, per attitudini, quella che oggi chia- miamo didattica per competenze, non è una novità degli ultimi due anni o della l. 107,

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