Marzo-Aprile 2019
37 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2019 prima del ’99 non era possibile perché alla famiglia veniva imposta l’istituzione scola- stica secondo il quartiere di residenza. questo investe la scuola di grande presti- gio perché il numero degli iscritti è uno de- gli indicatori di valore della scuola, ma a fronte del prestigio c’è una grande respon- sabilità perché il curricolo di istituto impe- gna le scuole nella realizzazione dello stes- so. Allora una scuola dell’autonomia all’ini- zio dell’anno non può progettare secondo copie conformi agli anni precedenti e quindi una scuola, che vuole rispondere ai criteri di autonomia, ogni anno mette in discussio- ne se stessa perché deve rispondere al- l’istanza del territorio e l’utenza dell’anno scolastico precedente non è la stessa del- l’anno scolastico in corso e allora quelli che erano i programmi definiti diventano del curricoli dinamici; alla scuola statica viene sostituita una scuola dinamica che ripensa continuamente stessa e rimodula la propria proposta in relazione all’utenza. dall’arti- colo 3 del dpR 275, che prevedeva un poF annuale passa con la l. 107 a un poF trien- nale o meglio a un ptoF che ha indirizzi triennali ma che ogni anno può essere rivi- sto, revisionato, modificato alla luce della nuova situazione o contesto che si presenta. Ma ciò che veramente non è stata ancora attuata è l’autonomia organizzativa. Mi chiedo cos’è cambiato nella parte statica dei nostri poF, che è quella dell’organizza- zione della scuola tra il ’98 e il 2018? per classi si lavorava nel ’98, per classe si conti- nua a lavorare nel 2018; i diari non sono stati ristampati nella prima pagina, orario settimanale delle ’98 elezioni c’era scritto nel ’98 e continua ad esserci scritto nell’an- no scolastico ’18/’19 e anche il ’19/’20 avrà sulla prima pagina del diario l’orario settimanale delle lezioni; ma di quali lezio- ni parliamo? cos’è la lezione nella scuola italiana se da vent’anni parliamo di ambien- ti di apprendimento e non luoghi di trasmis- sione di saperi, di cui il docente non è più detentore, forse il signor google può garan- tire oggi un informazione più complessa… il ruolo del docente è diventato molto più elaborato, da trasmettitore di conoscenze a quello del docente che dà invece il senso di questi apprendimenti, che motiva. qui sta tutto il concetto di eros , di passione, quella che noi chiamiamo motivazione ad appren- dere, perché la motivazione non può essere più di andare a scuola ascoltare dalla mae- stra, solo ciò che lei mi può raccontare, in- vece la maestra mi può indicare a cosa mi serve nella vita quello che apprendo, non la scuola per la scuola ma la scuola che prepara alla vita dando in maniera esplicita le moti- vazioni per cui quell’apprendimento, quel percorso, quel traguardo mi possano servire come cittadino. la scuola per il cittadino, il nuovo umanesimo, cittadinanza e costituzio- ne, anche quella nata in casa uciiM, abbia- mo la paternità di tante cose ma anche la responsabilità di tanti percorsi, in particola- re cittadinanza e costituzione è un appren- dimento che deve essere finalizzato in ma- niera assolutamente esplicita sul valore che ha nel percorso di vita degli studenti. Forse l’unica cosa attualmente realizzata dell’autonomia è l’adattamento del calen- dario scolastico regionale, pur nel rispetto del monte ore nazionale e nei giorni stabili- ti da ogni regione, la programmazione plu- riennale dell’orario del curricolo in non me- no di cinque giorni settimanali e nel rispet- to del monte ore annuale previsto per le singole discipline. Ma dov’è scritto l’orario settimanale? dov’è scritto che ogni anno io devo distribuire in maniera parcellizzata sette ore di italiano a settimana? da nessu- na parte. nell’ambito della mia autonomia scolastica si potrebbe prevedere di fare ita- liano nei mesi di ottobre, novembre e di- cembre in maniera intensiva, fare delle uni- tà di competenza che prevedono la preva- lenza delle ore di italiano mantenendo il ri- spetto della curricolo annuale e poi appro- fondire invece una disciplina scientifica nel- la seconda parte dell’anno scolastico. certo è una scelta coraggiosa e una scelta di au- tonomia, ma altrimenti non riempiamo di senso e di fattibilità quello che la norma ci dice. l’impiego e la distribuzione possibile dei docenti delle varie classi e sezioni, in funzione delle azioni metodologiche e orga- nizzative adottate dal piano triennale del- l’offerta formativa, significa che abbiamo un organico di istituto, che ogni docente è risorsa per l’istituto, altro che docente spe- cializzato all’alunno o docente titolare nel-
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