Marzo-Aprile 2019
15 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2019 accademiche, cioè scuole, università, centri di ricerca, ecc.). poste le cose a quest’altezza, è impossibile non cogliere il fatto che il confronto fra i due paradigmi mette in campo soprattutto un problema di senso. dirò di più. pone una questione di verità, che a sua volta ne rilancia altre, ad essa collegate: ad esempio, a chi è riconosciuto il compito di produrre pensieri e azioni di verità e come questo compito viene esercitato, in che cosa consiste la verità stessa e quali garanzie sono fornite riguardo i modi della sua manifestazione e della sua permanenza, e così via. non sembri troppo ardita quest’ultima considerazione. per coglierne la fondatezza, basterà tornare a riflettere su quanto spesso capiti di imbattersi, anche nelle sfere più elevate dei confronti culturali, in un uso riduttivo (e, verrebbe da dire, vetero-materialistico) del rapporto fra termini come «reale» e «virtuale», dove l’identificazione immediata e a pro- blematica del primo è fatta agire come grimaldello per la delegittimazione del secondo. Messe così le cose e collocata la rete dalla parte del virtuale, soprattutto di quel modo (volutamente?) ingenuo di intenderlo e farlo intendere, la questione non si pone nemmeno: è fin dall’inizio partita vinta per coloro che la storia e il potere hanno autorizzato a nascondere sotto una spessa coltre di «reale» la componente di virtualizzazione costitutiva della loro identità (ossia i pensieri, le parole, le storie, l’immaginario stesso che usano in difesa dei principi di realtà e verità cui fanno affidamento: tutte cose che non è possibile toccare con mano). così si arriva al paradosso rappresentato dal docente X che fa leggere e commentare l’ Iliade o I promessi sposi vincolando l’impegno di studio a dati di realtà e nello stesso tempo fa passare l’idea che la pratica di videogioco del giovane allievo sia espressione di dati di virtualità. Posta in gioco torno ora a testo e rete con una specificazione sui modi diversi attraverso cui si producono e gestiscono significati. nel primo caso, quello del paradigma testuale, il significato tende ad essere concepito come una faccenda tutta interna al sistema dato (il testo, appunto), e ad essere riconosciuto e in buona parte legittimato tramite gli elementi che esso racchiude. nel secondo, invece, il signi- ficato assume tendenzialmente una dimensione relazionale, e garantisce validità a se stesso soprattutto tramite il tipo di connessioni che si vengono a stabilire tra gli elementi via via emergenti. basterebbe questo primo cenno a far intuire che si fronteggiano, lì, due prospettive difficilmente compatibili: quella inerente alla logica testuale porta ad intendere il sapere come un qualcosa di statico, di già costituito; la logica reticolare lo fa invece cogliere come un qualcosa di dinamico, perennemente in via di costituzione e costruzione. nel primo caso si danno garanti riconosciuti di verità: sono il testo stesso, e, di conseguenza, chi l’ha chiuso, diffuso, mediato. nel secondo la garanzia di verità è conquistata sul campo, tramite lotta o pattuizione, tra chi fa rete. il mondo che abbiamo attorno ci dà innumerevoli prove delle differenze di paradigma che ispirano tanti dei nostri comportamenti e dei modi con cui li pensiamo. tra gli esempi che potrei proporre salta agli occhi quello del «fare posta»: scrivere una lettera fisica, anche al computer, al limite, ma sempre passando per la carta, è ed è inteso come un qualcosa di profondamente diverso dallo scrivere una mail online , sia per il tipo di prodotto e processo cui dà vita sia per come generalmente si vive l’esperienza, con- sciamente o inconsciamente. non credo ci sia bisogno di ulteriori specificazioni, trattandosi di una pratica ormai universale. l’ho appositamente introdotto come esempio, questo della posta, confidando nella sua evidenza, in quanto nell’economia di un ragionamento come questo mio, che mira ad includere la presa di coscienza dei due paradigmi all’interno dell’impegno formativo della scuola, per il suo assetto
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