marzo-aprile 2018
5 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2018 S p i r i t u a l i t à to in sette atti (4): la chiamata in Giovanni 1,42; il suo primo intervento dopo il di- scorso di Gesù sul pane vivo in 6,68b-69; i suoi tre interventi durante l’ultima cena in 13,1-38 (in 13,1-12 nel contesto della la- vanda dei piedi; in 13,20-27 dove rivolge a Gesù la domanda sull’identità di chi sta per tradirlo; in 13,36-38 dove promette che il suo zelo per il Signore può spingersi fino a dare la vita per lui); l’aggressione a Malco, servo del sommo sacerdote, in 18,10-11; il rinnegamento di Gesù (18,15- 25); l’episodio della tomba vuota con Maria di Magdala e l’altro discepolo (20,1-10); e infine l’incontro con il Risorto sulla riva al lago (21,1-25). L’elezione tra sguardo e parola Pronto nella sequela, svelto nella rispo- sta, impulsivo e passionale nel dire e nel fa- re, Simon Pietro riflette una lacerante ten- sione tra una fiducia illimitata nel suo Mae- stro e il terrore di soffrire per causa sua. Egli è uno dei discepoli più intimi di Gesù che nei sinottici, insieme ai figli di Zebe- deo, fa parte del trio più vicino al Maestro tanto da vivere con lui il momento della trasfigurazione (cf. Matteo 17,1), l’espe- rienza della risurrezione della figlia di Giai- ro (cf. Marco 5,37) e il tentativo di vegliare con lui durante la prova del Getsemani (cf. Matteo 26,37). «Discepolo» è un termine che rimanda a un legame , a una relazione significativa. Di- versamente dagli altri tipi di discepolato, quello dei discepoli di Gesù non nasce da un’iniziativa personale, ma dalla scelta del Maestro che chiama liberamente e gratuita- mente , senza alcun merito. Nel IV Vangelo, la chiamata di Simone ac- cade per mezzo di un testimone/mediatore, Andrea, suo fratello carnale. Questi gli parla di Gesù e lo conduce da lui. L’incontro di Si- mone con Gesù comincia da uno sguardo: Gesù prima lo fissa e poi lo chiama. Quello sguardo richiama la forza di un’attesa che si trasforma in un progetto di vita , che si tra- sforma in speranza di futuro. Il Cristo intui- sce la bellezza di Simone, la guarda e la «provoca» consegnandogli un compito, una missione. Simone è un nome che parla di di- sponibilità all’ascolto, Pietro è un nome che parla di solidità e stabilità. La missione di Simon Pietro sta nel far maturare il suo ascolto in fede, in realtà solida e stabile. La fede, infatti, come ricorda l’apostolo Paolo, viene dall’ascolto (cf. Romani 10,17). Il discepolo tra riconoscenza e riconoscimento Discepolo del Cristo è uno che lo segue per essere introdotto in una maggiore cono- scenza del Padre, per condividere la sua stessa vita, il suo ministero, il suo destino. Mentre risulta molto facile e gratificante essere discepoli di un maestro che riceve il plauso umano e che la gente vuol fare re (come accade a Gesù dopo la moltiplicazio- ne dei pani, cf. Giovanni 6,14-15), è del tutto faticoso e umiliante invece seguire qualcuno che viene osteggiato, disprezzato e combattuto con asprezza (dopo il discorso sul pane vivo, in Giovanni 6,66, quando (4) A. M ARCHADOUR , I personaggi del Vangelo di Giovanni. Specchio per una cristologia narrativa , EDB, Bologna 2007, 43-59.
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