marzo-aprile 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2018 2 Avremmo dovuto ascoltare il duplice ap- pello del Consiglio Episcopale Permanente rivolto agli elettori «perché superino senza esitazione ogni tentazione di astensioni- smo»; ai candidati «perché avvertano la ne- cessità di un cammino formativo e la re- sponsabilità di mantenere per tutta la dura- ta del mandato un vero rapporto con la ba- se». È passato un mese e mezzo dalle elezio- ni. Eppure sembra ancora di essere in cam- pagna elettorale. Le consultazioni del Presi- dente della Repubblica, persona saggia e competente, ad oggi non sembra che siano andate a buon fine. Veti e sbarramenti da parte dei maggiori partiti impediscono di formare un governo. Come è possibile non fermarsi nemmeno davanti alle tristi vicende mondiali. Quei missili lanciati da USA, Inghilterra e Fran- cia, il martirio della Siria non dovrebbero far riflettere i politici italiani, i partiti, le coalizioni e invogliarli ad una convergenza di intenti al di là dei voti presi? « Che sarà dell’Italia? Gli uomini politici riusciranno a vincere le loro passioni? » di- ceva Nosengo nel 1959 e ci ripete ancora oggi a circa sessant’anni di distanza. Riusciremo a realizzare una società più equa, una scuola veramente nuova e adatta ai tempi? E se provassimo sul serio a risolvere l’eterna dicotomia «etica/politica», se smettessimo di considerare «utopico» il rapporto «etica/politica»! A ripercorrere il passato ci rendia- mo conto che non è andato a buon fi- ne il tentativo in merito di grandi fi- losofi quali Aristotele ( agire politico e agire morale ), Platone ( bene comu- ne ), Kant ( libertà, uguaglianza ), Cro- ce ( onestà politica ), solo per citarne alcuni. Proviamoci noi, oggi. Ma per provarci « occorre l’impeto di tutto il popolo e l’assunzione di una piena responsabilità politica », come saggiamente scriveva Nosengo il 23 settembre del 1967. L’impeto deve darlo la scuola, la scuola e i docenti che devono educare giovani re- sponsabili e consapevoli, devono educare all’impegno sociale. Proviamoci con le correlazioni che ha suggerito Rousseau coniugando natura uma- na e società, educazione e politica, uomo e cittadino! Forse riusciremo ad insegnare ai nostri alunni quel «mestiere di vivere» che si rea- lizza solo con la «pienezza dei sentimenti». Forse riusciremo a far sentire loro «qual- cosa di superiore rispetto alle passioni e agli interessi». Forse riusciremo a insegnare che la vera libertà sta nel rispetto e nell’uguaglianza: nell’ aretè , nella virtus , nelle virtù cardinali quali giustizia, fortezza, temperanza . Forse solo così i politici di domani avran- no quella « prudenza politica e governativa » che Platone più di 2350 anni fa aveva collo- cato al primo posto. Vogliamo provarci? Prendiamo come guida il meraviglioso di- scorso di Pericle sull’impegno civico e sulla democrazia, rileggiamolo noi cittadini e chie- diamo ai nostri politici di leggerlo con noi fa- cendone del suo messaggio, come voleva Tucidide, un possesso per sempre! E d i t o r i a l e
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