marzo-aprile 2018
Ivana Summa, Dirigente scolastico - Ricercatrice ed esperta formatrice Discipline o materie? In questi anni, nell’ambito della proget- tazione curriculare per competenze, si sono cimentati numerosi studiosi ma pochi si so- no soffermati ad affrontare le discipline in modo innovativo. Per il nostro sistema sco- lastico, invece, le discipline - altrimenti dette materie - sono una questione rilevan- te perché tutto l’insegnamento e tutto l’ap- prendimento ruota intorno ad esse. Pochi, invece, sono gli studiosi che propongono il curricolo per competenze partendo da una rivisitazione delle discipline. L’analisi disci- plinare ha proprio lo scopo di cogliere quel- le conoscenze ed abilità - essenziali, dure- voli e correlate con le competenze di citta- dinanza - che dovranno essere oggetto del- l’insegnamento/apprendimento finalizzato all’acquisizione di competenze. E, tuttavia, proprio l’analisi disciplinare, se condotta esclusivamente «dall’interno» della stessa disciplina, resta in una logica di autoreferenzialità e di cristallizzazione dei saperi. È noto che la disciplina nasce e si sviluppa storicamente per conoscere la re- altà, ponendo in essere un insieme di con- cetti interrelati, ma spesso oggetto di con- flittualità tra gli studiosi della comunità scientifica di riferimento che, attraverso confronti e discussioni, ne provoca crescita ed espansione, tanto da germinare altre di- scipline sempre più settoriali e raffinate. Insomma, le discipline sono modelli in- terpretativi della realtà giunti ad un certo grado di condivisione attraverso le indagini conoscitive di una molteplicità di soggetti. Le materie, invece, rappresentano un insie- me di concetti e principi organizzati in obiettivi e metodologie, selezionati all’in- terno di una o più discipline ritenute impor- tanti in un certo periodo storico , per la for- mazione della persona umana e del cittadi- no. Sia che si tratti di discipline che di ma- terie è bene tener presente quali sono gli aspetti che le accomunano e, contempora- neamente, le differenziano: • il sistema di organizzazione della conoscen- za disponibile in un determinato periodo storico, con riguardo ad una certa area del sapere. Ma mentre la ricerca accademica è continua e sistematica contribuendo a far evolvere tutto il sistema disciplinare, la sua semplice «trasmissione» del sapere conte- nuto nelle materie scolastiche assume un valore apodittico ed immutabile nel tempo, quasi che la conoscenza, una volta codifica- ta, possa restare fissa per sempre. • la finalità conoscitiva in riferimento a tutti gli aspetti della realtà. Ma mentre le discipline finalizzano tale conoscenza col- locandola in una dimensione culturale a largo raggio e quasi fine a se stessa, le materie sono il risultato di una selezione effettuata con finalità formative, ovvero finalizzate all’apprendimento durevole che è poi l’unico che andrà a costituire la cultura personale e le competenze. E sono proprio questi aspetti a comporta- re il rischio, se le materie non sono il risulta- to di una accurata analisi disciplinare ma «zippate» nei libri di testo, di banalizzare la complessità originaria dell’assetto disciplina- re, marginalizzando concetti, principi e valo- ri formativi. Se, invece, le discipline vengono analizzate, integrando la dimensione forma- tiva con quella orientativa, che sono le vere finalità per le quali debbano essere apprese e per le quali viene organizzato il processo di insegnamento, le cose cambiano notevol- mente. In tal modo, infatti, le discipline da obiettivi della scuola diventano strumenti di conoscenza della realtà per gli studenti; co- noscenza che non possono trasmettere diret- tamente perché essa è il risultato di una ela- borazione personale che si chiama apprendi- 35 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2018 ANALISI DISCIPLINARE E CURRICOLO PER COMPETENZE
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