marzo-aprile 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2018 32 d’arresto, infatti, nel 2011-12 la percentua- le di bambini che usufruiscono di tali servizi scende dal 14% al 13,5% , malgrado sia sta- bile al 55% la percentuale di Comuni italiani che dispone di almeno una struttura di ser- vizi socio-educativi per la prima infanzia, si tratta, cioè, di quasi 230 mila bambini, iscritti in gran parte in asili nido e micronidi (11,8%) e per l’1,6% in nidi famiglia e in al- tri servizi integrativi. La contrazione si pro- duce proprio nella fruizione di quest’ultimi servizi. Le cause di tale calo sono da attri- buire alle ridotte capacità di spesa dei Co- muni condizionati dalla crisi economica, dai vincoli pressanti imposti dal Patto di Stabili- tà e dalle riduzioni dei trasferimenti statali. Inoltre la distribuzione territoriale è estre- mamente disomogenea: al Sud sono iscritti solo il 5% dei bambini di 0-2 anni contro una media del Centronord vicina al 18%. Osser- vando la percentuale per regione è ancor più evidente tale divario: in Emilia Roma- gna la percentuale è del 25% , in Calabria e Campania del 2% . A fronte di questo da- to la percentuale di bambini iscritti come anticipatari in una scuola dell’infanzia, nelle regioni meridionali è costituito dal 9%, mentre nel centro-nord supera di poco il 3%, per una media nazionale che si aggi- ra intorno al 5%. Per quanto riguarda le scuole dell’infan- zia, il tasso di copertura è molto più alto, attestandosi sul 97% e non si verifica la stessa disparità tra regioni. Vi sono, però, alcuni nodi critici irrisolti, tra cui quello de- gli anticipi in entrata e in uscita da questo ordine di scuola, l’alto numero di bambi- ni/e per sezione: 28 se non 29 . Inoltre vi sono segnali preoccupanti, quali: 1. la ricomparsa delle liste d’attesa in alcu- ni comuni, 2. l’impossibilità da parte di alcuni EELL di sostituire gli operatori che vanno in pen- sione, 3. l’aumento dei costi e delle rette per ser- vizi quali la mensa, 4. il numero insufficiente di scuolabus, la preaccoglienza, 5. la diminuzione delle risorse destinate al- le sezioni primavera. In questo quadro così variegato, la dele- ga sul sistema integrato 0-6 potrebbe co- stituire l’occasione per riaprire una rifles- sione seria, sostenuta dalla ricerca pedago- gico-didattica; potrebbe costituire l’occa- sione per ripensare alle politiche per la pri- ma infanzia facendo dei passi verso il supe- ramento di carenze evidenti, verso la rea- lizzazione di servizi 0-3 che possano essere fruibili da tutti i bambini di questa fascia d’età, servizi con un’offerta qualitativa- mente valida e rispondente ai bisogni edu- cativi e di apprendimento dei piccolissimi. Potrebbe essere l’occasione per una riquali- ficazione generalizzata della scuola per bambini dai 3 ai 6 anni, sostenendo la ricer- ca sul curricolo verticale all’interno degli Istituti Comprensivi, investendo nella for- mazione e nella diffusione delle pratiche emergenti dalle realtà migliori , sostenendo quelle realtà di scuole comunali che anche nelle regioni in cui già esiste un sistema in- tegrato 0-6 ed in cui, per anni s’è investito in politiche attente all’infanzia (v. Emilia- Romagna), data la crisi economica, attual- mente la realtà è decisamente peggiorata, come prima rilevato. Ad oggi i servizi educativi per la primissi- ma infanzia si distinguono in nidi d’infanzia o asili nido che comprendono i nidi «tradi- zionali», aziendali, micro-nidi. Da qualche anno le sezioni aggregate alle scuole del- l’infanzia per bambini dai ventiquattro ai trentasei mesi, denominate «Sezioni pri- mavera» , ancora in una fase incerta, che si misurano con non poche criticità, ivi com- prese la mancanza di risorse per estendere il servizio e l’assenza di un attento control- lo della loro gestione. Sarebbe opportuna una regolamentazio- ne più robusta all’intuizione pedagogica delle «sezioni primavera» (mai citate nel testo della legge 107/15) la cui stessa esi- stenza è ad oggi molto precaria, come pri- ma risposta per estendere il servizio educa- tivo per i bambini al di sotto dei tre anni, là dove non c’è (molte regioni del sud), ma anche per differenziare l’offerta là dove è consolidata e di qualità. Ecco perché un progetto, gestito da Stato, Comuni o Enti privati, promotore di sinergie tra il segmen- to 0-3 e quello 3-6, può partire proprio dal-
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