marzo-aprile 2018
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2018 26 to dalla genericità dell’uso, per cui alcuni strumenti vanno bene per tutte le stagioni e non dovrebbe essere così. Si pensi alle prove di cultura generale nei concorsi o di stretta cultura specifica in altri. Può essere utile la seguente sequenza di strumenti: os- servazione, assimilazione, organizzazione, elaborazione, produzione. I criteri o descrittori della valutazione di comportamento Quando dall’osservazione del rendimento ci si trasferisce al processo maturativo della persona, cioè si vanno a percepire gli aspet- ti portanti della personalità, la valu- tazione diviene azione complessa non solo per la fasi (diagnostica, pro- gnostica, continua, conclusiva) ma soprattutto per gli aspetti che si pongono in evidenza, maturando da posizioni embrionali verso i «massi- mi» consentiti dall’interazione tra il programma genetico personale e l’influenza degli stimoli provenienti dal contesto. Contrariamente alla verifica, che utilizza criteri e indicatori anche di quantità, la valutazione di comporta- mento e maturazione utilizza criteri e descrittori e, per tali ragioni, la strumen- tazione verbale utilizzata per le schede mi- nisteriali appare del tutto insoddisfacente perché impedisce di mettere in evidenza la diversità fra il rendimento, come situazio- ne tecnica dei risultati raggiunti, e il pro- cesso maturativo come insieme delle forme che la personalità via via assume. È di evidente interesse per l’impresa educativa definire alcuni ambiti criteriali con i quali definire una mappa della maturi- tà, che s’intende comunicare alle famiglie. La maturità non è un’astrazione ma uno stato progressivo definito da molti descrit- tori, fra i quali la scuola sceglie alcuni, che ritiene significativi. Confrontabilità delle fasi di maturazione secondo standard di ciclo ; ogni fase deve ri- sultare identificabile e confrontabile rispet- to alle altre. Ciò esige che ci siano «posizio- ni standard» cioè tappe convenute alle qua- li gli operatori possano riferirsi come a un criterio di regolarità. Evidenza del diverso stato di complessità raggiunto . Il pas- saggio da ciclo a ciclo testimo- nia l’abbandono dei livelli di semplicità per il passaggio a li- velli di progressiva complessità. È possibile concludere que- sta breve riflessione eviden- ziando come la valutazione sia la più delicata tra le funzioni educative che, pur partendo da posizioni standard (il modello), va poi a prendere le misure del- la singola persona, come faceva il buon sarto quando le confe- zioni erano personalizzate. Chi guardava, capiva e non c’era bisogno, come accade oggi, di tante spiegazioni che la scuola deve offrire a genitori spesso diffidenti o increduli.
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