marzo-aprile 2018

di un comportamento e sviluppo sia fisico che psichico conveniente di una persona. Il lavoro con ritmo, melodia e armonia si è attestato importante per agevolare la co- ordinazione motoria; permettere l’espres- sione diretta delle emozioni senza la media- zione del linguaggio parlato; promuovere il contatto sociale attraverso l’acquisizione di movimenti corporei più liberi; sviluppare il senso del ritmo rendendolo sempre più in sintonia con i molteplici ritmi dell’ambiente circostante. La percezione e la sincronizzazione ad un ritmo vengono sviluppate con esperienze perseguite con un criterio di spiralizzazio- ne, proposte con modalità individuale, a coppie o a gruppi, momenti significativi at- traverso i quali giunge offerta l’opportunità di affinare le capacità organizzative e libe- rarsi da ogni faticabilità frenante per aggiu- starsi alle stimolazioni ritmiche e indulgere in disponibilità a vivere l’armonia, conso- nanza di voci e suoni e loro funzione all’in- terno della tonalità, e la melodia che insie- me a ritmo e armonia costituiscono le com- ponenti fondamentali della musica. Voci, versi, suoni/rumori della natura vengono prima ascoltati e poi imitati. È dall’ascolto dei rumori del corpo che l’uomo trae ispirazione per la costruzione degli strumenti musicali, è grazie all’uso dei sensi che coglie le vibrazioni esterne e che poi riproduce. E quei suoni, quella mu- sica naturale sono la primordiale forma di comunicazione, quella originaria associata al mondo intrauterino: «Come altra forma di comunicazione non verbale, la musica rappresenta un modo di esprimersi più di- retto rispetto alla parola. La musica parla al nostro corpo e al nostro cuore, entra in re- lazione con il nostro vissuto emotivo più profondo, al di là del linguaggio verbale, su- scita affetti e sentimenti, opera modifica- zioni a livello cerebrale, agisce a livello dei neuro trasmettitori. È il sistema limbico, la sede delle nostre emozioni, che viene inte- ressato dalla musica: anche quando vi siano gravi deficit sensoriali, quali la sordità. Per spiegare il senso della musica non occorre la parola, poiché la risposta sta ancora nel corpo. La musica passa attraverso il corpo e permette di esprimere le emozioni più inti- me. È un linguaggio che nasce dentro di sé. Il suono proviene dal corpo, ed è quindi come se fosse il corpo stesso a parlare. Il senso ritmico, insito nell’uomo, nasce dal recupero della situazione intrauterina. È lì che nasce il suono primordiale. Esso è un elemento ritmico biologico, che dalla ma- dre passa al bambino e viene poi memoriz- zato da esso. Il ritmo così costituito prende forma e si ricompone poi durante il corso della vita. Ogni esperienza col suono è lega- ta all’intenzionalità di recuperare il paradi- so perduto. Da ciò deriva la conclusione che il bambino conosce il suono attraverso il corpo e, nello stesso tempo, che il suono proviene dal corpo». Si può sostenere che ognuno di noi abbia una identità sonora che lo rappresenta e differenzia, determinata dalla connessione dell’eredità filo e ontoge- netica e dai fenomeni sonori dei nove mesi di gravidanza. Fa parte della nostra espe- rienza quotidiana il fatto che vi siano suoni che ci infastidiscono, mentre altri hanno il potere di calmarci, di rilassarci o al contra- rio di suscitare in noi emozioni aggressive. L’utilizzo della musica nella relazione di aiuto proprio perché si rivolge alla totalità psico–fisica della persona, consente di utiliz- zare tutta una serie di canali di contatto, al fine di far emergere il vissuto emozionale, di consentire l’attività, senza che sia espres- so un giudizio, di attivare il corpo e i gesti elementari, che nel movimento acquistano un significato non condizionato dalla parola, di attivare la capacità immaginativa. 22 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXV - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2018

RkJQdWJsaXNoZXIy NTYxOTA=