Marzo-Aprile-2016

6 Gesualdo Nosengo […] Il tema è di una semplicità estrema: un ovile in aperta campagna. nell’ovile du- rante la notte si raccolgono i greggi vegliati dai pastori. tutt’intorno all’ovile e a sua di- fesa corre un muro alto, coperto di sassi, di spine e di rami secchi per impedire e avver- tire il tentativo di scavalcare il muro fatto da ladri, da lupi o da pantere. nel muro è tagliata una sola porta strettissima attra- verso la quale al mattino e la sera le pecore passano ad una ad una e sono riconosciute e contate da ciascun pastore. Sull’alba ogni pastore sveglia le pecore del suo gregge, le chiama, le fa uscire e le guida attraverso i campi verso i pascoli più ricchi. I sei temi principali Ci pare che nella narrazione: complessiva si possano raccogliere sei temi di riflessione collegati a sei gruppi di elementi. Eccoli: 1) Vi è un ovile, un muro di cinta ed una porta. l’ovile è il campo della attività educati- va dell’uomo-maestro, il muro di cinta è co- me la linea ideale di confine che difende il diritto educativo di chi lo ha ricevuto dalla natura; la porta unica e stretta indica che vi è una sola via legale per entrare nel cam- po dell’attività educativa. la via legale per eccellenza è la generazione perché chi ge- nera gode di un originario diritto alla edu- cazione e chi non ha generato gode solo di un diritto partecipato che si ordina al sussi- dio e alla integrazione. la porta è Cristo e cioè la Verità e la Vita e si è degni di passa- re per la porta quando si è ricchi di virtù, di scienza, di capacità reali, siano o non siano legalizzate da una autorità umana. Chi non passa per questa porta non è pastore, e non ne può per sé rivendicare la missione. 2) C’è un pastore e ci sono delle pecore: il pastore conosce le pecore e le sa chiama- re ad una ad una. Anche le pecore conosco- no bene il pastore. pastore significa «pascitore», colui che pasce, che pascola, che porta verso i pasco- li: raffigurazione allegorica del maestro che deve fare similmente. Vi sono delle pecore: esse, che tra tutti gli animali sono quelli che si orientano con maggiore difficoltà, rappresentano i piccoli educandi assoluta- mente bisognosi di essere aiutati, nella fati- ca del loro orientamento da uomini adulti, già perfettamente orientati. Il pastore conosce e chiama ad una ad una le sue pecore. tutte le pedagogie di tutti i tempi, e specialmente quelle del tempo moderno, sono d’accordo nell’asseri- re che il «primum» per l’educatore, il fon- damentale, il punto di partenza è la cono- scenza approfondita dei suoi proprii allievi. Conoscere e comprendere sono conseguen- ze dell’amore intelligente e causa di ade- guata educazione. Conoscere è mezzo per possedere e per poter guidare. l’educatore che ama veramente il suo di- scepolo e che nella sua vita non ha nulla da nascondere, si lascia con semplicità cono- scere da lui. Così i suoi discepoli conoscono la sua voce e la amano. per queste vie si crea e si consolida il più efficace rapporto educativo. 3) Il pastore conduce le pecore fuori del- l’ovile e le guida verso i pascoli. Educare è alimentare. lo dice la stessa radice che più che da «educere » mi piace vederla derivare da « edere». l’appetito del- l’alimento è già nell’educando come segno e risultato della sua vitalità in sviluppo. lo educatore, pascilore, è uno che, conoscendo l’appetito dell’educando e i campi nei quali, si trova l’alimento capace di soddisfarlo, ve lo conduce seguendo una strada che egli co- nosce bene per averla già percorsa per con- to proprio ripetute volte. Egli precede e gui- da, e, giunto sul luogo del pascolo, non si affanna ad ingozzare le pecore coll’erba del prato, ma lascia che ciascuna bruchi dove come e quanto vuole, salvo ad impedire che S p i r i t u a l i t à Il paStoRE BUono E l’InSEgnantE (La Scuola e l’Uomo n. 4 - Aprile 1947) LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016

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