Marzo-Aprile-2016
37 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016 matico da Basile, appare evidente come l’elaborazione della fiaba rappresenti lo specchio del tempo in cui si riflettono precisi mutamenti sociali, religiosi, e culturali avvenuti nei diversi paesi europei dal Seicento all’ottocento. perrault rimuove dalla fiaba ogni aspetto perturbante mentre cerca di enfatizzare valori morali quali la pazienza e la passività della donna. la motivazione è certamente da ricer- carsi nel pubblico di riferimento della raccolta di fiabe « I racconti di mamma oca» pubbli- cata nel 1697: la corte parigina di luigi XVI. Simile a quella di perrault, nella prima parte, è la versione dei fratelli grimm inserita nell’antologia « Fiabe del focolare » pubblicata fra il 1812 e il 1815. la versione dei grimm corrisponde a quella di perrault solo fino al risveglio della principessa; è la variante più co- nosciuta dal pubblico moderno, quella da cui è stato tratto il cartone animato di Walt di- sney, e si conclude con le nozze del principe con la principessa. « Sole, Luna e Talia », « La bella addormentata nel bosco » e « Rosaspina » posseggono in comune una base di elementi costituita da una protagonista che è sempre bellissima, pura ed innocente, da un sonno simile alla morte che dura un certo numero di anni, da un uomo – cavaliere, re o principe che sia – che viene a liberare la principessa dal sonno simile alla morte e da una donna rivale – moglie del re, suocera o matrigna - che rappresenta inizial- mente un ostacolo ma che avrà la peggio. altra caratteristica comune è costituita dalla verginità della principessa, dono che viene portato in dote all’amato per risvegliarsi da una specie di limbo diventando così «veramen- te» donna. le analogie degli intrecci provano, con certezza, che perrault e i fratelli grimm hanno letto e parafrasato i materiali presenti nel Cunto di Basile, tradotti in varie lingue euro- pee, adeguandoli ai gusti letterari del pubblico a cui erano destinati. Conseguentemente, oltre alle corrispondenze sono rintracciabili, nelle diverse versioni, delle differenze: nel Cunto il sonno non deriva dall’incantesimo di una vecchia fata – come in perrault – ma dalla profezia pronunciata da sapienti e indovini del regno, la principessa non si buca la mano con il fuso ma con una lisca di lino, lo sfarzoso castello del re, nella versione di Basile, è ben più modesto e il numero dei valletti e servitori è ridotto ad un se- gretario ed un cuoco. È possibile cogliere il particolare carattere dell’ambiente culturale anche ponendo at- tenzione sull’assoluta libertà di linguaggio che in Basile non conosce limiti di verecondia. l’autore, infatti, ci schiude davanti l’orgia rumorosa di uno scenario multicolore, la volga- rità potente di un mondo plebeo per consegnarci la visione irrequieta del mondo della con- temporanea civiltà barocca. Risulta chiaro come i mutamenti sociali, religiosi e culturali hanno ovviamente ripercus- sioni, oltre che sull’epurazione degli aspetti perturbanti e scabrosi, anche sul piano stilisti- co. ogni versione riflette i gusti e le abitudini letterarie del pubblico a cui viene indirizzata. Giuseppe Ippolito, docente di lettere Laboratorio di Botanica Caro direttore, condivido una proposta formativa, rivolta a docenti di scuola primaria e a studenti del Corso di laurea in Scienze della formazione primaria. È stata concepita nella prospettiva di diffondere la cultura dell’approccio operativo-laboratoriale per migliorare l’efficacia dei processi di insegnamento/apprendimento delle scienze, attraverso una equilibrata inte- grazione teorico-pratica. Considerato che non esiste azione senza teoria, la fase prelimina- re dell’intervento formativo è stata dedicata all’individuazione degli aspetti epistemologici
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