Marzo-Aprile-2016
in comune; le singole competenze ven- gono condivise per fornire una cono- scenza di base più ricca per tutti. Vengono costruite, in base a dei mo- delli, diverse attività di pensiero. le idee si sviluppano nel discorso e ven- gono fatte proprie sotto forma di pen- siero individuale; il sociale diviene individuale. nella fase successiva di sviluppo del mo- dulo, secondo la geometria di una mappa attrezzata di apprendimenti significativi, è utile prendere in considerazione l’analisi del profilo degli stili di apprendimento degli studenti. tali profili potranno essere dedotti mediante l’uso di test noti che in- dividuano le specificità individuali (test o questionari VaRK, di Kolb, ecc). I risultati dei test permettono l’orientamento sulla tipologia di materiale da mettere a dispo- sizione e sulle attività in grado di suppor- tare l’autovalutazione e l’apprendimento degli studenti. (angeletti, polzonetti, pul- cini, 2016) Il materiale del modulo deve infatti sup- portare l’allievo non solo nella materia che sta studiando, ma anche nel suo stesso mo- do di apprendere e di pensare. Come può avvenire tutto questo? Rendendo l’allievo consapevole delle sue capacità e favorendo il suo apprendimento: offrendo la possibilità di esperienze che lo aiutino a migliorare il suo stile di apprendimento e fornendo l’oc- casione per sviluppare gli stili meno impie- gati. Così disegnato, il modulo sostiene il docente in un compito essenziale: guidare lo studente nello sviluppo della sua compe- tenza metacognitiva, quella che lo psicolo- go John flavell definisce come «conoscenza che il soggetto ha del proprio funzionamen- to cognitivo, e di quello altrui, la maniera con cui può acquisire conoscenza del pro- prio comportamento e renderne conto sia a sé che agli altri» (flavell, 1976). delineati i principi da cui partire per creare un modulo didattico, rivediamo dun- que il ruolo del docente nella conduzione della didattica modulare: un ruolo sicura- mente diverso da quello del docente tra- smettitore del sapere. Il docente è un architetto dell’ambiente di apprendimento: non offre più tasselli di un rigido programma ministeriale, ma mate- riali che rappresentano una «cassetta degli attrezzi». prima dell’inizio dello sviluppo del modulo, gli allievi avranno ottenuto dal docente il feedback sui loro stili di appren- dimento, gli obiettivi in termini di compe- tenze da acquisire, l’illustrazione analitica e globale dell’unità didattica che andranno ad affrontare. a que- sto punto, ogni allie- vo potrà adoperare questi attrezzi per costruire la propria conoscenza consape- volmente. tuttavia, nessun sistema o metodo po- trà mai funzionare, se da parte dello stu- dente non c’è il do- vuto interesse e la passione necessaria per acquisire delle reali competenze. Ri- sulta allora di notevole importanza conosce- re ciò che motiva l’attenzione degli studen- ti oltre alle caratteristiche che li contraddi- stinguono nel loro modo di procedere per apprendere. Il docente-tutor adotterà le strategie più idonee per stimolare gli studenti, i quali de- vono promuoversi ad attori principali, re- sponsabilmente coinvolti nell’approfondire le tematiche, osservare esperienze e attivi- tà, riflettere e costruire modelli, al fine di diventare competenti e poter trasferire la 33 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016 fig. 1 - teorie sugli stili di apprendimento
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