Marzo-Aprile-2016
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016 32 personale tecnico, esperti esterni, ecc.); • modalità di attuazione del progetto di- dattico (metodologie, strategie didatti- che, media, tempi di attuazione, criteri e strumenti di controllo, verifica, valuta- zione). Se è vero, come dice Jerome Bruner, che qualsiasi scelta pedagogica comporta una concezione del processo di apprendimento e del soggetto dell’apprendimento (Bruner, 1996), allora Il modulo didattico può essere letto come la giusta proposta pedagogica connettivista per l’attuale generazione di discenti, i nativi digitali. Vale la pena quindi ricordare alcuni pre- supposti che derivano dalla concezione dell’apprendimento connettivista, illustrati dal suo più grande esponente, george Sie- mens: • l’apprendimento e la conoscenza si basa- no sulla diversità di opinioni; • l’apprendimento è un processo di connes- sione di nodi specialistici; • la capacità di sapere dove trovare l’infor- mazione che serve è più importante di quello che al momento si conosce; • l’apprendimento continuo è facilitato dal mantenere e coltivare connessioni. Il modulo didattico interpreta questi pre- supposti: è infatti caratterizzato da una struttura reticolare, crocevia di diversi tipi di percorsi, dove i nodi rappresentano «sor- genti di informazione» che stimolano gli studenti a condurre esperienze significati- ve, in grado di far acquisire o sviluppare competenze. tali nodi sono appunto quei materiali contraddistinti da una notevole flessibilità interpretativa, che permettono svariati collegamenti. I materiali didattici possono essere defi- niti strumenti tangibili che adoperano i mezzi più disparati: carta stampata, sup- porti audiovisivi, iconici e tecnologici. tali materiali sono necessari per la presentazio- ne, l’interpretazione delle informazioni, l’apprendimento di nuovi concetti, l’eserci- zio e lo sviluppo di nuove abilità. la funzione principale del materiale di- dattico è di permettere la comunicazione tra docente e discente, veicolare il messag- gio attraverso canali che invitino lo studen- te alla riflessione sul significato di ciò che sta imparando, cioè alla comprensione del senso delle nozioni proposte, così da facili- tare la trasformazione delle conoscenze in competenze. In poche parole, il materiale preparato e proposto deve essere uno stru- mento per raggiungere un apprendimento significativo. la scelta dei materiali e delle attività proposte nel modulo permetterà di persona- lizzare gli interventi, se si tiene conto del modo in cui lo studente si comporta di fron- te ad un compito ovvero se sono presi in considerazione gli stili di apprendimento dell’allievo. per apprendimento intendiamo un pro- cesso mediante il quale si acquisiscono nuo- ve conoscenze e su cui influiscono diversi aspetti: • esperienze individuali e collettive • informazioni • stimoli provenienti dall’ambiente esterno, influenza di condizionamenti sociali, cul- turali ed emotivi. Con stili di apprendimento indichiamo «caratteristici comportamenti cognitivi, af- fettivi e fisiologici che funzionano come in- dicatori relativamente stabili di come i di- scenti percepiscono l’ambiente di apprendi- mento, interagiscono con esso e vi reagisco- no» (Keefe, 1979). per facilitare l’apprendimento, il mate- riale proposto deve quindi tener conto che ogni alunno possiede esperienze culturali differenti, apprende in modo diverso, con ritmi e livelli di autonomia disuguali. a questo proposito prima dello sviluppo di un nuovo modulo didattico, nella fase di allineamento delle conoscenze di parten- za, il docente può impiegare come prere- quisiti i bagagli personali degli allievi ri- guardo ai particolari temi da sviluppare. tali conoscenze individuali, attraverso l’interazione e la cooperazione, diventano risorse iniziali da condividere con tutti e da consolidare come base comune di par- tenza. Così il modulo didattico viene visto, fin dall’inizio, come una struttura di par- tecipazione per favorire «la genesi socia- le del pensiero» . Infatti, come indica Vy- gotsky, lo sviluppo del pensiero è in larga parte sociale (tryphon, Vonèche, 1996): la conoscenza viene acquisita e messa
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