Marzo-Aprile-2016
31 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016 la dIdattICamodUlaRE: StRatEgIE pER Una pEdagogIamodERna Dott.ssa Gabriella Giulia Pulcini, Ph.D. in Development of new approaches to teaching and learning Natural and Environmental Sciences. International School of Advanced Studies. University of Camerino (Italy) d a sempre i docenti preparano la lezio- ne e i più svariati materiali sotto for- ma di letture, visione di film, video sul pC, quadri, esperienze di laboratorio, osservazione di paesaggi, ecc. Ci si chiede allora: cosa significa adoperare i moduli di- dattici? E come mai il materiale per tali mo- duli dovrebbe essere cercato e usato in mo- do differente, rispetto al passato? a partire dal regolamento dell’autonomia a oggi, la legislatura scolastica ha maggior- mente puntato ad un’offerta formativa mi- rata alla didattica modulare, piuttosto che alla realizzazione dei programmi ministe- riali. ma allo stesso tempo non ha offerto un supporto concreto ai docenti per interpre- tare tale possibilità, che implica una visione nuova del processo di insegnamento-ap- prendimento. tale supporto coincide in una migliore formazione pedagogica dei do- centi, affinché possano approfondire le pro- blematiche legate all’apprendimento e individuare le risposte metodologiche più utili a sostenere gli studenti nei loro pro- cessi cognitivi. dagli inizi del ‘900 a oggi, la pedagogia ha fornito diverse risposte riguardo all’ap- prendimento e all’oggetto dell’apprendi- mento, modificando la propria percezione nei confronti dello spazio e del tempo. at- traverso le diverse scuole del comportamen- tismo, cognitivismo, costruttivismo, fino all’attuale connettivismo, il concetto si è notevolmente evoluto. nel primo ’900, l’ap- prendimento era concepito come mera tra- smissione del sapere dal docente al discente: l’oggetto era quindi il contenuto. Con il connettivismo, invece, l’apprendi- mento si basa sulle reti di informazione, ren- dendo oggetto-protagonista il discente e le connessioni che egli crea con i suoi pari, con il docente-guida e con il mondo circostante a distanza di un click. la tecnologia per- mette non solo un aumento esponenziale degli enti con cui si entra in relazione (per- sone, documenti e video), ma anche un cam- biamento delle dimensioni spazio-tempo: un concetto dimostrato dall’ E-learning , che ab- batte i luoghi fisici e gli orari prestabiliti da dedicare all’apprendimento. può dunque il modulo didattico essere in- terprete dell’attuale pedagogia dell’appren- dimento? Secondo il dpR n.275, 08.03.99 del Rego- lamento sull’autonomia (all. a), il modulo di- dattico è «una parte del percorso formativo, anche articolato in unità didattiche, che ha una propria autonomia, in quanto consente di raggiungere competenze determinate in una o più discipline. la didattica modulare può comportare il superamento del gruppo classe e una diversa articolazione del lavoro degli insegnanti». ma qual è la struttura di un modulo didat- tico? Il pedagogista Umberto margiotta lo de- scrive come una mappa attrezzata di apprendimenti significativi, ovvero un am- biente di apprendimento, reale e/o virtuale, predisposto da uno o più insegnanti, per il quale sia stato definito un progetto didattico specifico (margiotta, 2001). In altri termini vengono stabilite: • quali conoscenze, competenze e padro- nanze si prevede di far acquisire agli al- lievi, in rapporto al profilo formativo ge- nerale delineato dal Collegio dei docenti all’interno del progetto d’Istituto; • quali e quanti segmenti disciplinari an- dranno a comporre il modulo; • soggetti partecipanti (docenti, allievi,
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