Marzo-Aprile-2016

11 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016 stare le loro produzioni, alla ricerca di mi- nori costi, in quelli, tra i paesi poveri, nei quali una classe politica lungimirante ha sviluppato l’istruzione, e non esistono forti conflitti etnici, religiosi o politici, né esiste il rischio che le imprese private vengano na- zionalizzate; in questi paesi sono molto bas- si sia i salari sia l’imposizione fiscale e gli oneri sociali a carico delle imprese. già alla fine degli anni ’70 risultava evidente che la svolta della globalizzazione avrebbe impli- cato un relativo impoverimento dei Paesi ricchi ed un aumento della loro disoccu- pazione , rimediabile soltanto con investi- menti massicci e costanti nella ricerca scientifica per produrre con continuità nuovi brevetti. dai brevetti nascono infatti nuovi prodotti, che per qualche anno gli al- tri paesi non riescono ad imitare, e quindi, oltre a creare nuova occupazione, possono essere venduti in tutto il mondo realizzando forti utili di monopolio, rendendo così possi- bile ai governi un consistente prelievo fisca- le che consente di non ridurre la spesa pub- blica e lo Stato sociale ; oppure i brevetti creano nuovi metodi produttivi che riduco- no i costi di produzione, con gli stessi bene- fici. ma gli investimenti nella ricerca scien- tifica non offrono risultati immediatamen- te spendibili nella propaganda elettorale , mentre costringono a ridurre altre voci del- la spesa pubblica che invece incidono sul consenso, e ciò spiega perché pochi paesi (e tra questi c’è soprattutto la germania) han- no applicato questo rimedio, e quindi sof- frono meno le conseguenze della crisi eco- nomica mondiale. In alcuni paesi, tra i quali l’Italia, a par- tire dagli anni ’80 si è utilizzato il debito per evitare di ridurre la spesa pubblica, e quindi mantenere il tenore di vita rag- giunto , dimenticando che l’indebitamento di uno Stato è giustificato soltanto se, di- rettamente o indirettamente, crea nuova ricchezza, che servirà a ripagarlo ; se invece viene utilizzato per mantenere un livello di consumi individuali e sociali non più soste- nibile, hanno ragione quei commentatori che lo definiscono un crimine a danno del- le successive generazioni , che su quel de- bito dovranno comunque continuare a paga- re gli interessi, pur non avendone goduto . 5- Perché tagliare la spesa pubblica è, politicamente, molto più difficile che aumentare le tasse. I tagli lineari l’aumento delle tasse si traduce in un gran numero di prelievi di relativamente lieve entità, che non suscitano la rivolta or- ganizzata delle vaste categorie di contri- buenti che vengono colpite . I tagli alla spe- sa toccano invece categorie specifiche, e creano un’alleanza tra la categoria e alcuni settori del ceto politico, che in molti casi blocca o vanifica le decisioni del governo. l’entità dei tagli di spesa dovrebbe natu- ralmente essere inversamente proporziona- le all’efficienza delle amministrazioni cui vengono imposti, ma nessun partito vuole perdere i voti dei cittadini male ammini- strati, né tantomeno vuole infierire sui poli- tici responsabili (solidarietà di casta), e quindi i tagli di spesa finora realizzati sono sempre stati pochi, di lieve entità, e soprat- tutto sono stati i cosiddetti «tagli lineari», eguali per tutti, il che ovviamente, oltre a violare la più elementare regola di giustizia, non serve quasi a nulla . Se l’aumento del prelievo fiscale è, poli- ticamente, più facile del taglio della spesa pubblica, è anche disastroso per l’econo- mia, che in Italia non si risolleva perché fi- nora tutti i governi hanno contenuto il defi- cit aumentando le tasse e facendo invece ben poco per ridurre le spese delle ammini- strazioni pubbliche. 6- Austerità e sacrifici imposti ai cittadini europei: un confronto con il resto del mondo la principale critica abitualmente rivolta all’austerità è relativa ai sacrifici che essa impone ai cittadini, soprattutto mediante i tagli alla spesa sociale. È perciò opportuno ricordare alcune cifre. Ci sono due numeri che nessuno, ma proprio nessuno, si cura mai di citare (7) : diverse ricerche, prive del crisma dell’ufficialità ma tra loro conver- (7) li ha ricordati la rivista nel numero 1-2-2015, a pagina 18.

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