Marzo-Aprile-2016

9 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016 l’economia. Invece, riguardo all’uso che le banche faranno della liquidità, è un dato di fatto che in quasi tutti i settori econo- mici sta crescendo il numero dei clienti che non pagano i fornitori, o lo fanno con forti ritardi (e, per quanto riguarda l’Ita- lia, anche lo Stato e tutti gli enti pubblici si comportano scandalosamente allo stesso modo) (3) mettendo in crisi anche le azien- de più sane ; egualmente cresce il numero delle famiglie che faticano a pagare o non pagano affatto le rate dei mutui e dei pre- stiti . da ciò una doverosa prudenza delle banche nell’erogare finanziamenti, indi- pendentemente dalla liquidità di cui di- spongono . Il piano prevedeva una spesa complessiva di 1.100 miliardi di euro fino al settembre 2016, ripartita in circa sessanta miliardi di acquisti ogni mese, a fronte naturalmente dell’impegno dei paesi che avrebbero chie- sto di beneficiarne a fare le riforme neces- sarie al risanamento della loro economia e della finanza pubblica . Il piano «dovrebbe» implicare la condivi- sione tra tutti i paesi del rischio che qualcu- no di essi, quando i suoi titoli scadranno, non sia in grado di rimborsarli, ma natural- mente la germania e gli altri paesi con i conti in ordine rifiutano di assumere questo rischio, e hanno dato via libera alla Bce sol- tanto dopo aver imposto la clausola che la Banca assumerà a proprio carico (cioè a ca- rico di tutti) solo il 20 per cento delle even- tuali perdite, mentre il restante 80 per cen- to lo assumerà la Banca centrale del paese insolvente. malgrado l’imponente immissione di li- quidità, il piano non ha funzionato e l’au- spicato aumento dei prezzi non si è verifica- to. di fronte a questo fallimento, come ho detto il 10 marzo 2016 il presidente della Bce mario draghi ha annunciato una serie di misure straordinarie, assolutamente senza precedenti: 1) l’importo complessivo del qE sale da 1.100 a 2.200 miliardi e la sua durata è pro- rogata al marzo 2017; 2) l’importo dei titoli acquistati ogni me- se sale da 60 a 80 miliardi; 3) oltre ai titoli di Stato dei paesi che ne faranno richiesta (a fronte, ripeto, dell’ im- pegno a fare le riforme necessarie ), verran- no acquistate anche obbligazioni di imprese private (che abbiano un buon rating ); 4) alcune clausole cercano di spingere le banche a impiegare la liquidità di cui di- spongono per erogare prestiti alle imprese e ai privati: a- l’interesse negativo per i depositi del- le banche presso la Bce sale dallo 0,30% allo 0,40% (significa che le banche pagano un in- teresse sulle somme che non prestano al- l’economia; b- la Bce organizza ogni tre mesi, per il periodo di un anno (fino al marzo 2017) un’operazione di finanziamento delle ban- che a tasso zero, tasso che diminuisce (di- venta negativo ) per una banca che aumenti il finanziamento all’economia; può diminui- re fino allo 0,40%: vuol dire che la Bce paga alla banca un interesse sul denaro che le ha prestato ! draghi ha aggiunto che con questo piano la politica monetaria della Bce ha esaurito tutte le sue possibilità di combattere la de- flazione e risollevare l’economia: tocca ora ai governi fare le riforme necessarie. la germania (Banca centrale tedesca e opinione pubblica) è contrarissima al qE, ri- tenuto utile soltanto a sussidiare «banche zombie e Stati a rischio di bancarotta» (4). naturalmente questa opinione è condivisa dagli altri paesi virtuosi. d’altra parte dra- ghi ha aggiunto che se la Bce non avesse fatto nulla, oggi saremmo in una deflazione rovinosa. 2- Assenza di un governo politico unitario Il principale difetto dell’Unione europea -unanimemente riconosciuto e denunciato- è l’ assenza di un governo politico unitario , dotato di effettivi poteri di intervento pre- ventivo sulle decisioni dei singoli governi nazionali. la causa di questa assenza è la (3) Si tratta di un fatto inaudito e intollerabile: molte imprese rischiano di fallire o sono già fallite non per eccesso di debito ma per eccesso di credito verso enti pubblici di ogni tipo e livello. (4) Hans Werner Sinn, presidente dell’influente centro di ricerca Ifo. (Corriere della Sera. 12-3-2016).

RkJQdWJsaXNoZXIy NTYxOTA=