Marzo-Aprile-2016
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXIII - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2016 8 EqUIVoCI, SIlEnzI E IngannI SUll’UnIonE monEtaRIa EURopEa (1) Federico Matteoda, Collaboratore dell'UCIIM in corsi di economia rivolti a docenti e studenti I n relazione all’Unione monetaria euro- pea, da molti mesi e su tutti i media, si scrive e si discute di austerità, flessibili- tà, indebitamento, keynesismo, ruolo della germania, mercati finanziari e speculazio- ne, cause della crisi economica e come uscirne, ecc.; ma gli spazi limitati, il tempo scarso, e soprattutto la ben nota imprepara- zione sui temi economici della grandissima maggioranza dei cittadini cui ci si rivolge, fanno sì che gli scritti e i discorsi siano ric- chi -come recita il titolo- di equivoci, silen- zi, e veri e propri inganni. In questo articolo (metà del quale apparirà nel successivo nu- mero della rivista), cercherò di fare un po’ di chiarezza almeno sui temi principali (1). nel lettore tuttavia sorge inevitabilmente un dubbio : com’è possibile che tra i politici e i media non ce ne siano che raccontino in modo completo e veritiero come stanno le cose? Il motivo è semplice : ne uscirebbe il quadro delineato in queste pagine, quadro drammatico perché le riforme necessarie per cambiarlo sono, in questo momento, po- liticamente irrealizzabili nei Paesi democra- tici , perché imporrebbero duri sacrifici agli elettori, e quindi farebbero perdere le suc- cessive elezioni a chi anche soltanto annun- ciasse l’intenzione di avviarle. devo però iniziare con un fatto nuovo, davvero senza precedenti, costituito dal piano della Banca centrale europea, annun- ciato dal suo presidente mario draghi il 10 marzo 2016. 1- La deflazione e l’intervento della Banca centrale europea a causa del ristagno dell’economia euro- pea che nel 2014 si è aggravato, i prezzi an- ziché salire (inflazione) (2) da un paio d’an- ni continuano a scendere (deflazione), per- ché la gente spende meno : perché non ha i soldi a causa della crescente disoccupazio- ne, o perché preferisce risparmiarli per l’in- certezza sul futuro, o perché rimanda gli acquisti aspettandosi ulteriori riduzioni dei prezzi; di conseguenza calano anche gli in- vestimenti delle imprese e l’occupazione. per fermare la deflazione, che altrimen- ti avviterebbe l’economia in una pericolo- sissima spirale discendente, il 22 gennaio 2015 la Bce ha annunciato un piano (deno- minato « Quantitative Easing », qE) di ac- quisto di titoli di Stato dei paesi dell’euro- zona sul cosiddetto «mercato secondario», nel quale si trattano titoli non di nuova emissione ma di emissioni precedenti, de- tenuti soprattutto dalle banche, dalle compagnie di assicurazione, dai fondi pen- sione e dai fondi di investimento. questi soggetti, vendendo i titoli alla Bce (tramite le rispettive banche centrali nazionali) ver- ranno a disporre di una liquidità che le banche «potrebbero» impiegare per accre- scere i finanziamenti alle imprese e alle famiglie, mentre gli altri soggetti impie- gheranno la nuova liquidità in diversi modi, contribuendo comunque a vivacizzare (1) tutti questi temi sono stati ovviamente già esaminati in precedenti numeri della rivista, dai quali quindi ri- porto alcune cifre e alcune argomentazioni significative. (2) l’inflazione è un fatto negativo perché se in un paese aumentano i prezzi, aumentano anche i costi di pro- duzione e quindi i prezzi di vendita di tutti i beni ; di conseguenza diminuiscono le esportazioni e aumentano le importazioni dai paesi con inflazione più bassa, riducendo la produzione e l’occupazione. tuttavia un’inflazione molto bassa (circa il 2%), tale da consentire alle imprese di non aumentare i prezzi dei beni esportati, è un ot- timo stimolo per l’economia, perché spinge le famiglie e le imprese ad accelerare gli acquisti , sapendo che do- mani gli stessi beni costeranno più di oggi. (però l’inflazione erode il valore dei risparmi, nonché dei salari e delle pensioni non indicizzati).
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