Marzo-Aprile-2013
3 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2013 esclusivamente sterili logiche economiche». Annoso è il problema « dispersione sco- lastica» la cui riduzione è stata posta al- l’attenzione di studiosi e ricercatori che ne hanno cercato cause e intrecci tra va- riabili soggettive e variabili macro-sociali. Bisogna risolvere tutte le sfaccettature della dispersione (abbandono, irregolarità nelle frequenze, ritardi, non ammissione all’anno successivo, ripetenze, interruzio- ni), compresa e soprattutto la mortalità scolastica, con una seria formazione del corpo docente. Integrare gli alunni con cittadinanza non italiana è un problema emerso negli ul- timi anni. Integrarli è possibile mettendo a punto e sperimentando modalità di inter- venti atti a favorire l’inclusione. La presen- za di alunni provenienti da varie aree geo- grafiche del mondo nelle nostre realtà sco- lastiche non va affrontata solo con la flessi- bilità organizzativa e didattica. Occorre che tutta la realtà scolastica e ciascuno con la specificità del proprio ruolo se ne faccia ca- rico. Il fenomeno va normato e non lasciato alla casualità. Non è poco la stima che i Disturbi Speci- fici di Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) sono presenti con una percentuale del 4% nella popolazio- ne scolastica. I DSA, pur non essendo disabi- lità ma « Bisogni Educativi Speciali» impe- discono la realizzazione del successo forma- tivo nell’alunno. Anche in questo caso la norma da sola non basta, né è sufficiente la sinergia scuola-famiglia-servizi sanitari. Il primo passo da fare è una seria formazione dell’intero team docente. La didattica, che ha il suo oggetto speci- fico nella pratica d’insegnamento, va rivisi- tata e riadattata: lo esige la scuola delle tecnologie e dei neoapprendimenti. Perché ciò sia possibile occorre superare la «conoscenza frammentata» inserire le di- scipline in quadri di insieme che portino ad orizzonti di trasversalità e alle competenze, bisogna rivedere il concetto di disciplina e di classe, con tutto ciò che ne deriva. Occorre realizzare nuovi ambienti di ap- prendimento per l’utilizzo delle tecnologie digitali ormai entrate nel nostro quotidiano. Il «Piano scuola digitale» non basta senza una seria, obbligatorio formazione della classe docente. Il neonato governo risolverà tali problemi? Partiamo con il realizzare l’intento dichia- rato del Ministro Maria Grazia Carrozza: « Va- lorizzare la figura dei docenti ridando “di- gnità professionale” e offrendo loro stru- menti per crescere poiché sono da conside- rare i nostri ambasciatori sul territorio» (3). Non perdiamo di vista le Strategie per l’EUROPA 2020 e le tre priorità indicate: una crescita intelligente per sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione; una crescita sostenibile per promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva; una crescita inclusiva per pro- muovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione so- ciale ed il territorio. Ciò si realizza solo se ci rendiamo conto che trasmettere conoscenze, promuovere capacità e competenze, nell’ottica delle pari opportunità di istruzione ed apprendi- mento, è costruire uno stato moderno ed innovato. La nostra associazione ha già attivato commissioni per studiare i problemi della scuola italiana e per dare soluzioni prati- che e attuabili che, in tempi ragionevoli, offrirà al governo italiano. L’UCIIM non delega né abdica per l’ela- borazione di un progetto educativo che ri- conosce la centralità della persona e l’identità di ciascuno. Scuola, famiglia, Stato, in perfetto equilibrio e sinergicamente facciano un lavoro di squadra. Lo facciano per i futuri cittadini. Noi ci siamo e ci stiamo. E d i t o r i a l e (3) Dal Programma politico UCIIM per la scuola pubblicato nel sito web: www.uciim.it
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTYxOTA=