Marzo-Aprile-2013

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2013 2 Altra urgenza sono gli organi collegiali , sia delle singole scuole che del livello regio- nale e nazionale: essi vanno ripensati nella logica dell’autonomia. Necessita che le va- rie componenti degli organi di partecipazio- ne della scuola siano bilanciate puntando all’obiettivo imprescindibile della corre- sponsabilità educativa. Riguardo agli insegnanti, professionisti dell’educazione scolastica, è netta la neces- sità di uno stato giuridico che faccia emer- gere tutto l’orario sommerso, dia pieno rico- noscimento alle funzioni di sistema e alle attività aggiuntive svolte, preveda articola- zioni di carriera, premi chi si assume un ca- rico orario maggiore e offre un insegnamen- to di maggiore qualità. La scuola si avvan- taggerà di molto se gli organici, sia di diritto che di fatto, andranno superati, adottando l’organico funzionale, se il precariato sarà eliminato rivedendo i requisiti per essere posti in quiescenza e nello stesso tempo semplificando le procedure concorsuali e il reclutamento che, ordinario e regolare, «de- ve avvenire con modalità aggiornate che uniscano l’efficacia alla rapidità delle pro- cedure, escludendo metodologie che si pre- occupano solo o prevalentemente di conte- nere tempi e costi». Per gli insegnanti si de- ve prevedere una formazione iniziale e in itinere « sui contenuti disciplinari, sulla di- mensione pedagogico-metodologico-didatti- ca, sulla normativa, sulle competenze disci- plinari e trasversali, sulla valutazione edu- cativa, sulla didattica orientante esplicita, sulla pluralità delle intelligenze, sull’attivi- tà laboratoriale» , oltre che un riconosci- mento amministrativo ed economico (2). Anche la funzione dirigente va ripensa- ta. Il dirigente scolastico, nel passaggio dal ruolo direttivo al ruolo dirigenziale, ha as- sunto compiti di coordinamento e di gestio- ne con connotazioni da manager. Ciò a di- scapito del dover essere leader educativo e professionista del governo dell’istituzione. Questione di cui si discute tanto è la va- lutazione della qualità del sistema educa- tivo di istruzione e formazione che va pensata su criteri scientifici e con obiettivi atti a migliorare il servizio. L’Invalsi deve occuparsi solo di ciò che è di sua competen- za: di valutazione e non di indicatori di va- lutazione. Piuttosto bisogna formare i valu- tatori e puntare su un’autovalutazione delle istituzioni scolastiche raccordata con orga- nismi territoriali e nazionali competenti. Questa è la vera sfida. Per il dimensionamento/razionalizzazio- ne occorre ripensare la distribuzione delle istituzioni scolastiche sul territorio. Una ra- zionalizzazione della rete scolastica solo nella logica del risparmio, l’innalzamento del rapporto medio alunni/classe anche in presenza di alunni con disabilità e disturbi specifici di apprendimento, danneggiano se- riamente la qualità dell’istruzione e della formazione. Urge rivedere e ampliare la ver- ticalizzazione delle scuole. E ancora «a li- vello territoriale occorre differenziare e riequilibrare l’offerta formativa in coeren- za con le caratteristiche e le esigenze del territorio stesso, anche allo scopo di favori- re l’orientamento degli studenti e rispetta- re la libertà di scelta educativa di studenti e famiglie. Si dovrebbe rivedere e se possi- bile abrogare il D.P.R. n. 81/09, sostituen- dolo con un nuovo D.P.R. che non segua E d i t o r i a l e (2) Dal Programma politico UCIIM per la scuola pubblicato nel sito web: www.uciim.it

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