Marzo-Aprile-2013
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - Numero 3-4 - Marzo-Aprile 2013 10 permette di ravvedere nella costruzione dell’identità personale di chi educa un mo- mento cruciale. Come sottolinea G. Flores d’Arcais nella presentazione del volume La vita educa di E. Spranger è una esigenza fondamentale dell’educazione quella che inizia: con la costruzione nell’educatore di un pro- prio mondo interiore: sarà vero educatore colui «che sperimenti in se stesso che cosa significhi elevazione dell’uomo, preso nella sua interezza, perché per ridestare in altri il senso della gran- dezza e della sacralità della vita, bisogna che prima la vita tale appaia a noi stessi» (Spranger, 2004, p. 13). La credibilità dell’educatore è un tema intramontabile nel dibattito della comuni- cazione significativa tra il docente e il di- scente. Tra l’ io e il tu che assumono reci- procamente, le due funzioni: l’ io si fa tu e il tu si fa io . Quello che si comunica divie- ne esso , ed è l’esperienza che si libera di coloro, l’ io e il tu che la vivono nel mo- mento in cui viene comunicata. Scrive G. Flores d’Arcais: La comunicazione impone che ciascun io sia aperto all’altro, al tu : è il riconoscimento della esistenza di altri io , simili a me, portatori di al- tre, e non soltanto analoghe o identiche, espe- rienze. Essi vivono, come me, nel presente, ma sono anche lontani nello spazio, e inoltre posso- no anche appartenere ad un passato, che si co- munica non nella forma diretta del dialogo , ma con altre modalità. E gli altri sono dunque l’umanità: la storia, cioè a dire le altrui espe- rienze, anche nelle varie «manipolazioni» che ne sono state date (Flores d’Arcais, 1987, pp. 58-59). L’educatore sommerso dal modello onni- comprensivo del docente professionista ri- flessivo, talvolta perde di vista quella che è la convinzione profonda dello svolgere un lavoro le cui ragioni risiedono nel primato della persona e nell’ideale educativo nel quale si prefigura il progetto da realizzare nel futuro già presente. L’educatore autentico saggia continuamente l’ideale al cui servizio dedica il proprio lavoro. Considera con rispetto il mondo classico e im- piega ogni cura per tramutare in forza animatri- ce quel nucleo che perdura nei tempi. È però suo assoluto dovere elaborare nuove forme di vi- ta, eticamente valide, che, per quanto non an- cora «dimostrate e sperimentate», appaiono ugualmente evidenti come postulati dell’educa- zione. Così –fermo con desta coscienza sulla so- glia del presente – collegherà quei contenuti del passato, che ancora sono validi, coll’avvenire, il quale va inserito come nuovo elemento nel pa- trimonio spirituale preesistente. Infatti è questo l’atteggiamento dell’uomo moralmente respon- sabile nel confronto critico di sé con la storia. L’ideale educativo di carattere normativo ha sempre la sua radice nell’esistenza. Deve vivere hic et nunc . Lungi dal crescere nella solitudine della mera soggettività, la completa con i con- tenuti della vita universale spirituale, con quelli già conquistati e con quelli che si debbono con- quistare. Ogni generazione ed ogni educatore intelligente debbono perennemente rinnovare la battaglia circa il contenuto autentico dell’edu- cazione (Spranger, 2004, pp.66-67). Interpretazione e soluzione del problema L’antitesi tra modernità che si dilegua e post-modernità che avanza è descritta in termini di crisi dello Stato nazionale, di welfare insoddisfacente, di caduta della grandi narrazioni, di avvento dell’era della glocalizzazione (Robertson, 2004) dove il globale riguarda l’estensione planetaria del mercato, e il locale ha a che fare con la so- pravvivenza della comunità, con i valori, le tradizioni, gli orizzonti di senso. L’innesto di questi due piani della forma- zione di un educatore-insegnante vero e della contestualizzazione problematica del- la situazione educativa, ampiamente intesa, familiare, scolastica, sociale permettere di leggere la crisi docente-discente eviden- ziando cause interne, soggettive, e cause esterne oggettive, le une raccordate alle al- tre dalla cultura che rappresenta il risultato della trasformazione perenne delle azioni prodotte dai due poli: l’individuo e la socie- tà. Come dire che il processo di formazione della persona è condizionato dal processo di cambiamento della società e che, attraver- so la cristallizzazione dei simboli culturali, descriviamo che cosa accade dei due pro- cessi interessati da parti in divenire e da parti già strutturate.
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