Marzo 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 3 - Marzo 2020 5 S p i r i t u a l i t à mata da corrispondenze e da archi (di pie- tra, di legno, di ferro, ecc.), che mostrano strutture e comportamenti che hanno senso (es. cerchio del tronco di un albero, delle antenne di un insetto, delle ossa umane, ecc.), perché le cose viventi esprimono una legge soggiacente: tutto si tiene in quanto c’è un finalismo. Poiché le singole scienze pongono solo problemi e nessuna scienza può interpretare la vita come un tutto, il pensiero deve essere aperto ad una sintesi orientativa che può essere proposta solo da santi, filosofi, artisti di cui ha bisogno l’u- manità, e da una transdisciplinarietà, che ci fa vedere, più della pluridisciplinarietà ed interdisciplinarietà, qualcosa che sta al di là di tutte le discipline e che esprime il senso della vita e della conoscenza e genera me- raviglia. Meraviglia ed educazione portano a ma- turare un atteggiamento di responsabilità verso l’ambiente. L’attenzione è per così dire un pensiero vuoto, una sala d’attesa, che ci pone nella condizione di essere pron- ti a ricevere: l’attenzione pura è amore, sa cogliere la bellezza anche nella sofferenza, e la trasforma. L’attenzione alla creazione ed al prossimo sfida l’egocentrismo e dà re- sponsabilità, crea solidarietà e dà motiva- zioni per l’azione. Testimone di un’ecologia integrale è San Francesco di Assisi che nel Cantico delle cre- ature ci ricorda che Dio ci ama gratuitamen- te e la natura è il grande libro che dobbia- mo saper leggere con lode cosmica, unendo le varie componenti della vita umana che toccano l’accoglienza stessa della vita, l’in- clusione dei poveri, la volontà di pace, con un’etica che colleghi i vari aspetti della vita umana, con uno stile di vita semplice basato sulla fraternità, sul lavoro, sull’armonia so- ciale e non sulla tecnocrazia. In sintesi, il cammino del patto educativo globale, che ha la sua sorgente nell’ Evange- lii Gaudium e nella Laudato Si’ , ha l’obiet- tivo di costruire, in un periodo di rapida tra- sformazione, un villaggio educativo globale, una umanità più fraterna ed inclusiva, una mistica del vivere insieme. ossia il guadagno personale o del gruppo, con beni creati dal lavoro e distribuiti; la secon- da è civile e cattolica: il fine dell’impresa è quello di servire la società civile, generando lavoro, benessere per tutti, civiltà. Il mercato chiede oggi non solo prodot- ti, ma qualità, personalizzazione, relazione. C’è un modo diverso di vivere il lavoro sia per l’ingresso in esso (in media intorno ai 28 anni), sia per il rapporto con il maggior tem- po libero a disposizione. Le imprese richie- dono competenze soft , capacità di vivere in equilibrio nella complessità, di soluzione dei problemi nella relazione, di creatività attra- verso la concentrazione ed il dialogo, di sin- tesi tra diversi punti di vista. Non più quindi un apprendimento giova- nile finalizzato all’immediato ingresso nel lavoro, ma una long life formation : dall’ad- destramento, alla formazione, all’educazio- ne come capacità di rapporto. La produzione di un bene è frutto di la- bor con una dimensione regolata civilmente dalle leggi, è frutto di ars , come capacità creativa della fantasia e della intelligenza dell’individuo, ma è anche opus con una fi- nalità ed un senso, quello di produrre valore per sé e la società civile. Se analizziamo dal punto di vista etimologico le parole ecologia – economia - ecumene notiamo che hanno la stesa radice: eco – oikos in greco, che signi- fica casa – e una casa deve essere conosciu- ta, regolata, abitata. Essa deve avere porte e finestre per poter comunicare. Abito è frequentativo di habeo (ho): toc- ca la sfera dell’essere, del vivere, del di- scernere; ha una valenza sia naturale per l’ambiente in cui è inserito, sia artificiale come risultato dell’opera dell’uomo, sia culturale con un rapporto all’interno ed all’esterno del gruppo sociale, ed infine una valenza religiosa per trovare il senso del vi- vere e dell’abitare. Una visione integrale dell’ecologia ri- chiede quindi che tutte le scienze interagi- scano tra loro: la fisica, la chimica, la biolo- gia, la morale. Esse ci spingono ad aprirci al Mistero, principio della nostra esistenza. Per questo occorre pensare alla realtà come for-
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