Marzo 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 3 - Marzo 2020 24 C aro Direttore, si sa che, specialmente nelle prime età della vita, si necessita di due guide: una, tradizionalmente detta «materna», connotata da tenerez- za, accompagna lo sviluppo dell’interiori- tà; l’altra, «paterna» introduce al mondo. Nell’immediato la più appagante è quella materna che viene istintivamente ricam- biata con affetto. Più impegnativo il ruolo paterno, spesso chiamato a esigere e porre limiti: facilmente suscita ribellioni e chi lo esercita deve prepararsi a polemiche, pro- vocazioni e soprattutto a un ricatto affet- tivo. Ruolo decisamente impegnativo, che richiede la comprensione e l’amore del partner. Spesso però questo sostegno tra coniu- gi non c’è, soprattutto quando le famiglie sono allargate o ricostruite o, monogenito- riali: il primo a farne le spese è il ruolo paterno. Insegno da decine di anni e so bene che molto spesso i ragazzi sbandano non per problemi intrinseci, ma perché entrambi i loro genitori giocano il ruolo materno, quello della giustificazione, dell’accoglien- za, della comprensione. Quello paterno, esigente, è troppo pesante per entrambi: rischia di compromettere il rapporto con il figlio a favore dell’altro genitore e soprat- tutto manca il sostegno di un partner. Recentemente sono stati resi noti i delu- denti risultati delle prove INVALSI. Certa- mente una causa importante (anche se in- credibilmente non considerata dai media) è la scarsa familiarità che i nostri bambini e ragazzi hanno con le regole, la fatica, il rigore. Così alle prime, fisiologiche, diffi- coltà si demoralizzano e somatizzano il di- sagio con sindromi varie: ADHD, dislessia, disturbi dell’attenzione, discalculie. Ma queste sono la conseguenza, non la causa del malessere. Che fare? L’ideale, ovviamente, sareb- be ripristinare un sano equilibrio familiare, ma in sua assenza si può ricorrere alla scuo- la che, oltre ad essere il luogo dell’istruzio- ne, è anche quello dell’educazione e della preparazione alla vita: pone obiettivi, im- pone regole, esige risultati… e, quando ne- cessario, sanziona. Insomma fa da «padre». Ecco di cosa abbiamo molto bisogno: di una scuola inclusiva e di qualità, certamente, che miri alla valorizzazione di tutti e cia- scuno, che coltivi i talenti e colmi le depri- vazioni culturali, ma che sia anche severa e che, pur in un ambiente protetto, abitui ed esiga quella disciplina e impegno che oggi quasi più nessuno, in famiglia, pretende dai ragazzi. Non facile: anche per i docenti è diffici- le esercitare il ruolo del padre. Anche loro hanno bisogno del sostegno e della fiducia di un partner: in questo caso delle famiglie e dell’opinione pubblica, nostra insomma. Non facciamogliele mancare. ( Marina Del Fabbro) Le veci del padre In questo nuovo spazio della nostra rivista vorremmo aprire un colloquio diretto con i soci. È questo uno spazio di ascolto di vostre esperienze e proposte che volentieri socializziamo per promuovere tra i lettori un produttivo dibattito sui temi affrontati. Le lettere dovranno essere indirizzate a redazione@uciim.it oppure a Redazione La Scuola e l’Uomo, Via Crescenzio 25 - 00193 Roma Lettere al direttore
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