Marzo 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 3 - Marzo 2020 15 e le restanti 223 del secondo ciclo. Sebbe- ne il dato non sia scorporato tra primaria e secondaria di primo grado, un elemento da evidenziare rispetto a quest’ultimo dato, è la presenza del Debate in numerose scuole dell’infanzia e primarie che hanno adattato il format a questo specifico ordine scolare, come di seguito descritto. Il debate per le competenze del XXI secolo Tra le competenze trasversali o compe- tenze del XXI secolo che il debate contri- buisce a sviluppare vi sono sicuramente le seguenti: • collaborazione: gli studenti, divisi in squa- dre devono costruire insieme una strate- gia argomentativa vincente e scegliere in- sieme le argomentazioni più convincenti; • competenze digitali e information lite- racy : è necessario documentarsi, cercare fonti autorevoli da menzionare durante le fasi del dibattimento, identificando e scartando eventuali fake news; • creatività nell’ideazione della strategia di discussione, nell’uso del linguaggio verba- le e non verbale, nella prossemica e nella prosodia; • pensiero critico: il debate allena la mente a ragionare in modo critico, promuovendo un salto da quelle che vengono definite le LOTs ( Lower Order Thinking Skills o abili- tà di ordine inferiore) alle HOTs ( Higher Order Thinking Skills o abilità di ordine superiore, più sfidanti e impegnative) • public speaking : con il debate ci si allena a parlare in pubblico, superando ansia e timore di sbagliare, difendendo le proprie posizioni e le proprie idee • competenze metacognitive (saper valuta- re la propria performance e comprendere come migliorare), • competenze sociali e civiche (saper ri- spettare le regole, attendere il proprio turno, ascoltare l’altro, legittimare punti di vista diversi dal proprio). Le fasi del debate Sinteticamente, le fasi del Debate posso- no essere enucleate come segue: denze, di richiami a testi scientifici o ad altri riferimenti accreditati. In questo modo gli studenti apprendono ed allenano uno degli elementi della competenza digitale, la ricer- ca di fonti attendibili. In collegamento con l’orizzonte n.5, il Debate consente inoltre di creare un ponte tra i saperi «classici» offerti dalla scuola e quelli «fuori» della Società della Conoscenza (Castells, 2008) proponendo temi e asserzio- ni accattivanti, spesso pluridisciplinari, che invitano gli studenti a confrontarsi su temi posti in maniera sfidante («il voto dovreb- be essere reso obbligatorio»; «il diritto di privacy e più importante di quello alla sicu- rezza»; «studiare il latino nel 2019 è ancora utile»; «Lucrezio è un filosofo, non un po- eta»...). Le asserzioni devono essere sem- pre poste con cura dal docente, prestando attenzione a non svantaggiare le possibilità argomentative dell’una o dell’altra squadra, per questo si dice che un buon Debate si co- struisce a partire da un « claim » (o asserzio- ne) dibattibile. Infine, un orizzonte caro al Movimento delle Avanguardie educative è l’ultimo nel quale si esplicita l’intento di rendere l’inno- vazione sostenibile e trasferibile. Prendendo quindi le distanze dalle «ricette per l’inno- vazione», Avanguardie educative chiama in gioco la capacità di ricerca delle scuole e delle loro comunità che sono chiamate a fare proprie queste idee tarandole e misurando- le sulle specificità del proprio contesto. È proprio a partire da queste considerazioni e dalla viralità delle idee, che la ricerca di In- dire ha potuto analizzare alcuni elementi di originalità e spunti innovativi emersi proprio dall’applicazione del Debate che sono stati documentati e messi a disposizione di tutte le scuole del Movimento. In base a queste logiche di circolarità e viralità, il Movimento è in grado di restituire la dinamicità della scuola italiana. Nell’ambito di Avanguardie educative il Debate , grazie anche alla popolarità che questa metodologia sta vivendo grazie alle Olimpiadi Nazionali, è una delle idee più scelte e popolari, per un totale di 412 scuole (sulle 1076 complessive) ben distribuite tra Nord (111), Centro (103) e Sud e Isole (208). Di queste, 199 scuole sono del primo ciclo
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