Marzo 2020

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 3 - Marzo 2020 1 Rosalba Candela, Presidente nazionale UCIIM Edi tor iale immediatamente e dettagliatamente dalle notizie che si propagano in questo nostro villaggio globale . E insieme alla comune umanità abbiamo anche riscoperto la consa- pevolezza di essere un unico Paese, quello che accade nel nord, in Lombardia, in Emilia Romagna, in Veneto… colpite in modo deva- stante, ci chiama in causa tutti in prima per- sona. Viene in mente Albert Camus quando scrive « La peste aveva ricoperto ogni cosa: non vi erano più destini individuali, ma una storia collettiva, la peste, e dei sentimenti condivisi da tutti». Oggi l’ansia ci sta attanagliando, credo in tutti si sia sviluppata una esagerata sugge- stionabilità che prevarica qualsiasi calma, che fa credere vera o verosimile qualunque fake new, che ci tiene in un costante stato di allarme. L’emozione suscitata non si può placare! Che l’incidenza psicologica avesse effetti molto devastanti lo aveva capito già Tucidide nel quattrocento A.C. quando scrisse: «Ate- ne fu distrutta dalla paura della peste, non dalla peste». Forse dovremmo riflettere su quanto scri- ve la Presidente Nazionale Emerita Maria Te- resa Lupidi Sciolla: «Cari amici, vi saluto con grande affetto. Sono a Milano e vi assicuro che stiamo a casa. …Il buon senso e lo spirito di solidarietà sono una grande bussola. Non è una prova facile ma è straordinariamente ricca di suggerimenti interiori e… di pace. Cadono le reazioni immediate, si riflette di più e si vigila usando il discernimento…». Il discernimento è saggezza, buon senso, accortezza: in questi giorni sarebbe l’opti- mum e dobbiamo sforzarci di perseguirlo. Dobbiamo mettere in atto strategie usando mente e cuore. Il presente Non è facile scrivere questa pagina di sto- ria: forse perché purtroppo è ancora cronaca. La vera storia si scriverà quando tutto sarà finito. Non è facile se ogni giorno la terribile en- demia che sta colpendo il mondo distrugge vite umane, se mentre scrivo in Italia sono già state contagiate circa 70.000 persone. Eppure la nostra epoca ha visto due guer- re mondiali, genocidi, l’olocausto, la guerra fredda, le brigate rosse… Ma sempre ci sia- mo egregiamente rialzati conquistando i di- ritti della democrazia, promuovendo un ec- cellente sviluppo economico unitamente al progresso della scienza e della tecnica fino ad arrivare, negli anni a noi più vicini, ad « internet » che ci ha aiutato a superare lo spazio. Ma non eravamo convinti che la tecnica può tutto ? Certamente non si pensava di vivere que- sta brutta esperienza! Non pensavamo più ai nostri giorni di dover riutilizzare termini in disuso quali «epidemia, quarantena, isola- mento…». Strade vuote, negozi chiusi, nien- te Sante Messe, niente eventi pubblici, la TV martellante, niente libertà ovvero solo una libertà giustamente condizionata. L’epidemia da «coronavirus» che ci sta colpendo, come tutte le epidemie, investe non soltanto il campo scientifico ma anche quello psicologico e sociologico. E ciò ancor più di ieri essendo passati dal- le informazioni un tempo lontano trasmesse col passaparola, poi con i giornali, quindi con la radio, a seguire con la TV, alle informazio- ni date in tempo reale con i social . Credo infatti che oggi l’ansia e il timore siano maggiori perché siamo tutti coinvolti NESSUN UOMO È UN’ISOLA

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