Marzo 2020
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVII - Numero 3 - Marzo 2020 III tati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fraterni- tà ». A guardare le cronache, si direbbe che questa concezione sia ottimistica o ingenua. L’umanità però non è solo ciò che ha fatto e sta ancora facendo, mostrando talora il peg- gio di cui è capace, nei diversi luoghi, modi, tempi della storia da noi conosciuta. Essa è anche ciò che ha pensato e pensa di sé; è an- che portatrice degli ideali che molti trovano nella loro coscienza, studiando, lavorando onestamente, impegnandosi come cittadini attivi e credibili anche a livello mondiale. Come fanno i virus, che trattano tutti noi allo stesso modo, ma per ucciderci tutti, non per rispettare i diritti umani. Qualcosa involontariamente ci insegnano anche loro, come dimostrano, per esempio, i cinesi, i cubani, i russi e gli albanesi che sono venuti a darci una mano per salvarci dai coronavi- rus e dai loro probabili cugini, frutto dello scompiglio da noi portato nell’ambiente, che invaderanno ancora l’antropocene. Noto infine che tra quelli che «fanno», nei suoi libri De Bortoli segnala in particolare i volontari. Lui stesso è presidente del VIDAS, associazione di Volontari italiani domicilia- ri per l’assistenza ai sofferenti, apartitica e aconfessionale, fondata nel 1982. coronavirus, che sta portando scompiglio a tutta la vita della scuola in questo 2020. Lo faccio accompagnando il discorso con l’im- magine della prima pagina del libro per stu- denti che ho predisposto, in tandem con An- drea Porcarelli e con la sensibilità editoriale della redazione della SEI. Questa immagine, che echeggia la for- ma tondeggiante e policroma del Covid-19, viene proposta in anteprima ai lettori di La Scuola e l’Uomo per rappresentare l’orizzon- te di un futuro libero e di un sole che sorge, all’insegna dei migliori documenti di cui di- sponga la nostra «riverita specie», per dirla col Manzoni, che s’intendeva di epidemie mortali impreviste e di preghiere esaudite. Dunque, dopo un intenso ma non sempre coerente lavorio in sede legislativa e mini- steriale che ha utilizzato diversi termini, per impegnare la scuola in quest’area complessa di principi, di comportamenti e di documenti di valore etico, giuridico e politico, da ul- timo il Parlamento ha approvato, con legge 20 agosto 2019 n. 92, una norma di 13 arti- coli che riprende il titolo del Decreto Moro, intitolandola Introduzione dell’insegnamen- to scolastico dell’educazione civica. Il ter- mine è assunto dal sottotitolo del libro che ho da poco concluso con Andrea Porcarelli, che parla in merito di Itinerari , per evitare da un lato la pretesa di programmi rigidi, dall’altro il rischio di un vagabondaggio senza meta e senza guardrail . Molte cose sono cambiate negli oltre 70 anni di Re- pubblica, ma il bisogno e la domanda di conoscenza e di formazione su quest’area fondativa, anche se difficile da delimitare e da condividere, si sono fatti ancora più urgenti. La scuola non è in merito onni- potente ma neppure impotente; ed è di fatto insostituibile, come gli ospedali in tempo di pandemie. La spina dorsale dell’intero curricolo scolastico, per affrontare il futuro con la miglior attrezzatura possibile, si trova di fatto non solo nella Costituzione italiana , ma anche nella Dichiarazione universa- le dei diritti umani e nell’ Agenda 2030 dell’ONU, che nel libro proponiamo con- giuntamente in diversi capitoli. Il primo dei 30 articoli della Dichiarazione affer- ma: « Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono do-
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