Gennaio-Febbraio 2019

LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 2 ranza dei modelli federali sono falliti? Per- ché questo sidereo silenzio della scuola mi- litante su una questione di vitale importan- za per la nostra Repubblica? Cosa si rischia? A cosa si va incontro? Come aiutare la poli- tica ad andare nel verso giusto? L’educazio- ne e l’istruzione dei cittadini sono fondanti per costruire identità, senso di appartenen- za e radici comuni. Su tutto questo vuole discutere l’UCIIM». infatti di tutto questo oggi vogliamo di- scutere certi che riprendere un serio dibat- tito sull’autonomia è urgente. a vent’anni dall’autonomia vogliamo ri- parlarne sulla scia del pensiero della grande Presidente cesarina checcacci, sempre im- pegnata per l’innovazione della scuola. cesarina nel 1993, quale relatrice per conto di una commissione istruttoria circa lo schema di un decreto delegato sul raffor- zamento delle istituzioni scolastiche, così diceva: « L’autonomia della scuola (già enunciata nella legislazione delegata del 31-5-1974, ma solo nei termini di una pre- valente autonomia amministrativa) va inte- sa, innanzitutto, in rapporto alla specifici- tà dell’istituzione scolastica alla sua natura di servizio pubblico centrato su compiti ti- picamente formativi, determinati nel qua- dro valoriale in cui si riconosce la comunità civile, in rapporto al rispetto delle libertà connesse allo sviluppo della cultura, alla li- bertà di insegnamento, alla libertà appren- ditiva degli alunni e a quella educativa dei genitori. Conseguentemente, è coerente con la natura e le finalità della scuola un’autono- mia di funzionamento tale da consentire “l’espressione e la valorizzazione delle istanze educative dei vari soggetti che con- vengono entro l’istituzione (genitori, stu- denti, docenti)”. Nell’attuale momento, la ragione più forte per riconoscere autonomia, in mag- giore misura, alle scuole è, appunto, quella di finalizzare meglio gli interventi formati- vi ai bisogni e alle aspettative dei singoli e agli obiettivi che la collettività avverte co- me prioritari (più sapere per più persone, più elevate capacità di fronteggiare la com- plessità del reale, superamento dei feno- meni di dispersione, incremento della pro- duttività in termini di quantità e qualità). L’autonomia non può risolversi esclusiva- mente in forme di razionalizzazione del- l’apparato centrale e periferico della P.I., nell’espressione di un puro decongestiona- mento, ovvero in un trasferimento di com- petenze amministrative; il decentramento, infatti, va attuato secondo specifici criteri e, in ogni caso, a supporto dell’esercizio dell’autonomia da parte della scuola. Tuttavia, I’autonomia non può essere l’occasione per una “deistituzionalizzazio- ne” del sistema scolastico, ma va collocata entro un quadro chiaro che «non ammetta deviazioni verso forme di indipendentismo incontrollato o di subordinazione a richie- ste esterne o strumentalizzatrici». e ancora in un altro intervento nel Dos- sier: Autonomia - Dirigenza – Dimensiona- mento nel n. 4/1998 della nostra rivista ce- sarina checcacci affronta un altro tema spi- noso riguardo l’autonomia: «VaIe la pena di dare uno sguardo ap- profondito alla fase che si sta attraver- sando in materia di riconoscimento della autonomia alle istituzioni scolastiche. […] L’autonomia presuppone il possesso, da parte dei singoli, in corrispondenza ai loro compiti specifici di vere e approfondite professionalità, sia di quelle possedute e necessarie per poter operare nella scuola sia di quelle inerenti il nuovo statuto di responsabilità personali e comunitarie. Se dunque, in passato, potevamo sentirci tu- telati e protetti da un insieme di norme generali, in regime di autonomia dobbia- mo farci carico della concretizzazione e della coscienza delle norme e dei regola- menti. Vero è, a questo riguardo, che ogni membro della unità scolastica dovrà ci- mentarsi nella elaborazione di linee speci- E d i t o r i a l e

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