Gennaio-Febbraio 2019
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 32 Giancarlo Sacchi, Esperto di politica scolastica È ormai qualche anno, forse da quando sono state introdotte, che le prove inValSi documentano le due diverse velocità del nostro sistema scolastico: al nord gli alunni conseguono punteggi più al- ti negli apprendimenti, in linea peraltro con le ricerche internazionali, al sud ot- tengono punteggi inferiori. Dal momento che tale diagnosi viene reiterata da diverso tempo si potrebbe pensare che non si fac- cia abbastanza per riequilibrare la situa- zione, così come prevede l’art. 3 della no- stra costituzione. Se però si guardano i risultati degli esami si scopre che gli studenti meridionali hanno un maggior successo rispetto ai loro compa- gni del settentrione e che i 100 alla maturi- tà sono di più, e non si può nemmeno attri- buire la responsabilità ai docenti formati al sud che operano in numero rilevante al nord. La situazione però è ferma e la forbi- ce tende ad allargarsi; sempre di più la cau- sa viene ricercata fuori dall’ambito scolasti- co, nelle condizioni socio-economiche delle famiglie che incidono sui livelli di apprendi- mento, limitando così la libertà e l’ugua- glianza dei cittadini e la funzione di mobili- tà sociale della scuola stessa. oltre alla stratificazione geografica ce n’è un’altra che va assumendo proporzioni sempre più significative: quella tra licei e istituti tecnico-professionali. già all’ingres- so c’è una certa divaricazione: gli studenti liceali costituiscono la maggioranza, per gli altri si tratta quasi di un ripiego, secondo la nostra tradizione culturale. La società tecnologica determina un cambiamento nella richiesta di competenze, di migliore qualità e da acquisire in tempi sempre più precoci nel percorso formativo dei giovani. il mondo del lavoro ricerca profili profes- sionali di rapido inserimento e per una più efficace occupazione, ma la scuola rispon- de con istituti ad elevate ripetenze e ab- bandoni, in cui gli studenti rivelano scarse motivazioni e una traballante consapevo- lezza della scelta compiuta. Vedremo i frutti del recente decreto di riforma degli istituti professionali, ma per ora è in que- sto ambito che si verificano atti di bullismo o di violen- ta insubordinazio- ne, e forse è il caso di riconsiderare un più stretto rapporto con le regioni in vi- sta di una loro mag- giore autonomia per quanto riguarda la formazione profes- sionale. La popola- zione studentesca ha alle spalle fami- glie di provenienza straniera che perseguo- no obiettivi formativi facilmente identifica- bili e pronti per il lavoro. i licei sembrano un altro mondo: diminui- scono le ripetenze, quasi azzerata la disper- sione, l’iscrizione viene effettuata preva- lentemente da famiglie con un livello cultu- La ScuoLa a Due VeLocitÀ
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