Gennaio-Febbraio 2019

ratori autoctoni vedono nell’immigrazione incontrollata la rottura di un contratto im- plicito: il dovere dello stato di proteggere i propri cittadini. ciò crea tensioni tra immi- grazione e welfare state . gli inconvenienti presunti per i lavoratori autoctoni sono dati dalla competizione sul mercato del lavoro e dalla fruizione dei servizi pubblici. in gene- rale, l’immigrazione di lavoratori non quali- ficati deprime i salari degli autoctoni dispo- sti ad accettarli. inoltre, il saldo tra benefi- ci e costi dipende dal censo: i ricchi ci gua- dagnano. i migranti vengono spesso considerati co- me sostituti degli autoctoni con basse quali- fiche. Ma, sovente, essi hanno ruoli comple- mentari e possono aumentare la produttivi- tà degli autoctoni con basse qualifiche. as- sistenti sociali, personale di cucina, ausiliari di ospedali, muratori sono molto richiesti in europa. tale domanda non viene spesso sod- disfatta dagli autoctoni, anche se vengono offerti loro salari maggiori. il dibattito sui flussi migratori ha di- scusso a lungo se si può associare ad essi un beneficio netto, tenendo conto dei loro costi in termini di welfare e dei benefici associati all’aumento dell’offerta di lavo- ro. in europa questo tema è rilevante, in modo particolare, per l’italia e per la ger- mania che affrontano una crisi demografi- ca. questi paesi sperimentano i maggiori tassi di invecchiamento della popolazione dopo il giappone e questo fenomeno pro- gressivo rischia di avere presto conseguen- ze molto serie non solo su queste econo- mie ma anche sui loro sistemi di welfare , sulle spese per la sanità e la loro sosteni- bilità finanziaria. negli ultimi dieci anni sono stati effet- tuati alcuni studi sui costi e i benefici dei migranti per la finanza pubblica italiana. Sul piano economico, nel 2007, è stato rile- vato un saldo positivo tra entrate e spese pubbliche relative ai migranti pari a 2,8 mi- liardi di euro (3). Più recentemente, a tracciare una sorta di bilancio, mettendo a confronto la spesa pubblica per l’immigrazione (sanità, scuo- la, pensioni, integrazione, lotta all’irrego- larità, ecc.) e le entrate derivanti dal get- tito fiscale e dai contributi previdenziali degli stranieri in italia, è stata la Fonda- zione Leone Moressa che ha stimato un saldo positivo di 3,9 miliardi di euro (4). questi dati inoltre mostrano che i lavora- tori stranieri nel 2014 hanno pagato 11 mi- liardi di contributi pensionistici e 6,8 mi- liardi di irpef (l’8,7% del totale pagato dai contribuenti). in sostanza hanno «pagato» la pensione a 640mila italiani. Ma, se in passato, l’immigrazione costituiva un «mo- mento» della vicenda individuale con il «mito» del ritorno, oggi sempre più spes- so, il viaggio intrapreso è di sola andata. Perciò, se si tiene conto che ogni anno l’italia versa le pensioni mensili a 100mila immigrati (75mila extracomunitari e 25mi- la comunitari dell’est), le nostre pensioni «pagate dagli stranieri» scendono a 540mi- la. Fino al 2017, un problema era costitui- to dalle pensioni negate ai migranti che facevano ritorno ai loro paesi di origine, arricchendo così l’inps. infatti, secondo i calcoli dell’inps, il 21% degli immigrati già in pensione secondo le regole italiane, e che era in gran parte tornato nei paesi d’origine, non aveva ricevuto gli assegni previdenziali. La somma di questi contri- buti lasciati all’italia ammontava a 16 mi- liardi di euro. Dal 2018, l’inps paga le pen- sioni anche ai migranti che hanno fatto ri- torno nei loro paesi. ancora, il 22mo rapporto dell’ismu ci ri- corda che, per quanto riguarda l’apporto dell’immigrazione al Pil, gli immigrati costi- tuiscono un’opportunità per l’economia ita- liana. essi infatti concorrono per l’8,7% alla produzione del Pil, hanno innalzato di quasi 4 punti percentuali la sua crescita cumulata negli anni di espansione che hanno precedu- to la crisi, e durante quest’ultima ne hanno limitato la decrescita di 3 punti. infine, nel DeF di marzo 2017 (a p. 97) si trova una significativa simulazione della va- riazione del debito pubblico in relazione ad 23 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 (3) caritas- Migrantes (2009), XIX Rapporto sull’immigrazione. Immigrazione, conoscenza e solidarietà , idos, roma. (4) Fondazione Leone Moressa (2016), Rapporto 2016 sull’economia dell’integrazione , Mestre.

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