Gennaio-Febbraio 2019
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 22 delle quote di mercato internazionale. 4. Gli effetti economici dell’immigrazione tra il 1991 e il 2018, la popolazione atti- va residente in italia ha beneficiato di 3,7 milioni di unità aggiuntive, corrispondenti all’8,1% del suo totale. Secondo l’eurostat, il tasso di attività degli immigrati (74,3 nel 2015) è di quasi 7 punti più elevato rispetto agli autoctoni (67,9) contro il 77,3 della media europea. L’immigrazione ha certamente ringiova- nito, o almeno ha compensato, il calo de- mografico italiano, anche se, per le ineludi- bili leggi della demografia, la disponibilità prevista di nuovi immigrati giovani non sarà sufficienti ad arrestarlo nei prossimi anni. L’immigrazione ha sostenuto in misura signi- ficativa l’offerta di lavoro in italia con un numero elevato di lavoratori potenziali. nondimeno, ciò non basterà. L’influsso delle migrazioni sul cambia- mento della struttura per età della popola- zione italiana non si è limitata all’intervallo che delinea i confini della vita potenzial- mente attiva. un’opinione ricorrente è an- che quella che attribuisce alle migrazioni, normalmente alimentate da soggetti giova- ni, un ruolo determinante nel contrastare il processo di invecchiamento demografico che da tempo investe l’italia – al pari o più di altri paesi economicamente più sviluppati – e nel mitigarne le conseguenze più assil- lanti. esse vanno dalle difficoltà nella qua- dratura dei conti del sistema previdenziale, al bisogno crescente di risorse sul fronte della sanità, sino alla definizione di nuovi equilibri nei rapporti tra generazioni, negli orientamenti culturali, nelle regole del vi- vere sociale e nelle scelte della stessa poli- tica.tuttavia, benché sia legittimo ritenere che il contributo di flussi migratori media- mente giovani possa rivelarsi importante nel rallentare – pur senza la pretesa di in- vertirne il segno – il crescente invecchia- mento della popolazione, si deve tener con- to della diversa valenza di questa «soluzio- ne» per l’equilibrio «di oggi» e quello «di domani». in particolare, passando dal primo al secondo, l’italia vede scendere il benefi- cio, in termini di più basso rapporto di di- pendenza entro la popolazione acquisita nel decennio 2001-2011, da una diminuzione dell’80% a una del 27%, che è inferiore alla media dell’ue-15 (28%). il bilancio che si può trarre sul consolidamento della presen- za straniera in italia nell’ultimo trentennio (5 milioni di persone) è complessivamente positivo, non solo alla luce di una valutazio- ne economica legata al mercato del lavoro che, almeno fino allo scoppio della crisi, ha visto nell’immigrazione la risposta a una do- manda spesso insoddisfatta dalla manodope- ra autoctona, ma anche sul piano del contri- buto che l’immigrazione ha offerto, e vero- similmente potrà ulteriormente offrire, in termini di capitale umano a un Paese che, come è stato osservato, fatica a darsi un fu- turo demografico con le proprie forze (2). L’immigrazione amplia la forza di lavoro e consente una specializzazione più fine- mente graduata che innalza la produttività e i livelli di vita. attenuando le strozzature nel mercato del lavoro, gli immigranti poco qualificati contribuiscono a tener bassi i prezzi di beni e servizi. inoltre, coloro che emigrano per motivi economici sono, in ge- nere, disposti a trasferirsi. Di conseguenza questi migranti consentono di risolvere i problemi associati alla scarsità di offerta di lavoro nei settori produttivi che richiedono qualifiche medio-basse, come le attività estrattive o l’agricoltura, magari in luoghi remoti in cui è difficile attrarre lavoratori autoctoni. gli occupati stranieri, nel 2018, sono au- mentati del 2,8% e si avvicinano ai due mi- lioni e mezzo (1 su nove). il quadro genera- le che ne risulta, a prima vista, è quello di un apporto economico interstiziale, relega- to ad attività di modesto valore, in settori agricoli e tradizionali, maturi e non innova- tivi, in lavori disdegnati dagli italiani e obiettivamente duri e rischiosi. negli ultimi anni, però, la preoccupazio- ne della gente per i flussi migratori alla ri- cerca del welfare è aumentata. Molti lavo- (2) ismu (2014), Ventesimo rapporto sulle migrazioni 2014 , Franco angeli, Milano, 2015.
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