Gennaio-Febbraio 2019
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 20 costituisca una strategia benefica per noi, facendo del bene ai migranti attraverso un’accoglienza dignitosa. 2. I flussi migratori verso l’Italia L’italia ha conosciuto, durante gli anni Settanta, un’inversione di tendenza nei sal- di dei flussi di mobilità internazionale. Ma gli ultimi venti anni sono stati decisivi per la storia migratoria del nostro Paese: gli stranieri sono passati infatti da 500 mila nel 2004 a 6,1 milioni a gennaio 2018 (regolari, non regolari e naturalizzati). i nati annual- mente in italia da genitori stranieri sono au- mentati fino a 80mila nel 2012, per poi sta- bilizzarsi intorno a 72mila nel 2015. il rapporto ismu del 2016 osserva che l’italia è lo Stato dell’ue in cui la presenza straniera è maggiormente cresciuta in ter- mini assoluti. essa è venuta dai cosiddetti «paesi a forte pressione migratoria». alla luce delle dinamiche in atto, le previsioni della popolazione residente in italia segna- lano il passaggio da 60,7 milioni al 1 genna- io 2016, a 62,3 milioni nel 2030, ma sottoli- neano che ciò avverrà solo per effetto della componente straniera. Senza questo soste- gno, molti dei comuni italiani con meno di 5000 abitanti sarebbe, in prospettiva, a ri- schio di spopolamento. Le previsioni di 150.000 nuovi immigrati annui fino al 2030, effettuate dall’istat, do- vranno essere riviste alla luce della forte contrazione degli sbarchi. infatti, dal se- condo semestre del 2017, questi sono crol- lati e il perdurare di questa riduzione apre scenari nuovi e preoccupanti sulla consi- stenza futura della popolazione e delle for- ze di lavoro in italia. tuttavia, ci si deve at- tendere in futuro un aumento non trascura- bile della pressione migratoria nel nostro Paese e, da qui, la possibile ripresa dei flus- si di immigrazione. nel corso degli ultimi anni, alcuni fatti hanno contribuito a ridurre la rilevanza del- la questione del governo degli ingressi per motivi di lavoro, pur senza cancellarla: il secondo allargamento della ue ai paesi dell’est, la crisi finanziaria, che ha ridotto di molto i flussi migratori per lavoro, la cre- scita dei flussi dei richiedenti asilo, la mi- nore attrattiva del mercato del lavoro ita- liano. continua invece, a ritmi sostenuti se- condo l’ismu, la crescita dei permessi di asilo e protezione internazionale (19.398 in- gressi, pari a +40,5% nel 2015), che rappre- sentano il 28,2% dei nuovi ingressi. Dopo una rapida europeizzazione degli atteggiamenti di attenzione e generica di- sponibilità da parte degli italiani nei con- fronti dei migranti all’inizio di questo seco- lo, a partire dalla grave crisi economica ini- ziata nel 2008, l’atteggiamento è cambiato nel senso della preoccupazione e della chiu- sura: le questioni maggiormente conflittuali e ansiogene emergono nel campo della sicu- rezza e del welfare state . Le fasce di popo- lazione che si mostrano ostili sono quelle socialmente più periferiche: gli anziani, i pensionati, le casalinghe e i meno scolariz- zati. Ma è il caos organizzativo ad alimenta- re la paura dello straniero, non i numeri reali, non la complessità della crisi sul Me- diterraneo. È la mancanza di un modello da seguire, è lo sperpero di denaro pubblico, è l’impunità dei furbi che usano l’espediente della finta pietà, sono le strutture fuori controllo, come il cara di Foggia. tensioni sociali e oggettive carenze im- pongono anzitutto di ripensare in alcuni suoi aspetti l’architettura dello Stato socia- le in italia, e in particolare l’approccio ini- quo e inefficiente dell’universalismo delle prestazioni perché, altrimenti, eguaglianza di diritti potrebbe significare, in concreto, eguale insoddisfazione di esigenze primarie, esacerbando i conflitti tra autoctoni e im- migrati. 3. Invecchiamento e bassa natalità La fotografia demografica dell’italia ai nostri giorni è un’immagine che, seppur ci accomuni a molti altri paesi del cosiddetto «mondo a sviluppo avanzato», denota una sua specificità rispetto all’esasperazione di alcuni fenomeni – denatalità e invecchia- mento prima di ogni altro – e alle loro con- seguenze, che configurano sfide drammati- che. L’invecchiamento demografico italiano è diventato tanto massiccio da essere cla- moroso e da richiedere interventi decisivi per la vita delle persone – agendo ad esem-
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