Gennaio-Febbraio 2019

senso riduttivo, si è limitato ad aggiunge- re, nel decr.leg.vo 62: «Sono oggetto di va- lutazione le attività svolte nell’ambito di cittadinanza e costituzione, fermo quanto previsto all’articolo 1 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008 n. 169». «cittadinanza e costituzione» sono state così ricuperate e collocate in un decreto le- gislativo, ma restano fra virgolette, come sorvegliate speciali, perché ritenute prive di una regolare «carta d’imbarco» fra le di- scipline, pur essendo previste come «inse- gnamenti». e la locuzione «attività svolte nell’ambito di «cittadinanza e costituzio- ne» non chiarisce e cioè non distingue e non integra da un lato l’insegnamento della co- stituzione e dall’altro l’educazione alla cit- tadinanza. 13. questo chiarimento è il compito che la proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dall’ ANCI, associazione dei comuni italiani, ha inteso affidare da un lato al Par- lamento, dall’altro al Miur, che allo scopo si avvarrà, oltre che del comitato scientifi- co per le indicazioni nazionali, anche di un apposito gruppo di lavoro che formuli pro- poste, che saranno presentate al Ministro, dopo il prescritto parere del consiglio Supe- riore della Pubblica istruzione. Dopo che saranno passati, nel dicembre 2018, i sei mesi previsti dalla legge 352/1970 per la raccolta delle 50.000 firme richieste dall’art 71 della costituzione (si è visto a fine 2018 che sono almeno 60.000), toccherà al Parlamento decidere se e come approvare la proposta di legge, in tempi ad oggi non prevedibili. Dopo di che il governo avrà altri 6 mesi per concludere l’iter deci- sionale. Se si considera che stanno alle no- stre spalle almeno 70 anni di studio, di pre- se di posizione, di commissioni, di program- mi sperimentati e di altri programmi scritti e restati nei cassetti ministeriali, di speri- mentazioni annunciate, oltre ad alcune leg- gi vigenti, da quella di Moro del 1958 a quella della gelmini del 2008, non si può dire che mettere una firma sotto la propo- sta di legge popolare dall’anci, perché «si rompano gli indugi» relativamente all’inse- gnamento della costituzione e all’educa- zione alla cittadinanza, rappresenti un sal- to nel buio. Riepilogo e conclusione in un diario, iniziato nel 1961, scrissi il 6 aprile del fatidico 1968: «gruppo uSM (unione studenti medi). Presenti 25. Lettura dei programmi di studio dei licei classico, scientifico, magistrale. conclusione: si pos- sono applicare in modo intelligente. il pro- gramma di educazione civica è stato inne- stato su un tronco vecchio. Ma è l’idea nuo- va per cui battersi (adempimento della leg- ge!). oggi 18 ore l’anno sono rubate al- l’educazione civica. occorre chiederne ra- gione ai consigli di classe». a distanza di oltre mezzo secolo, sto ancora battendomi per questa «idea nuo- va» e sto cercando di renderla amabile, praticabile e compatibile con l’esistente e con il probabile nuovo assetto della scuo- la, in dialogo prudente con interlocutori che per lo più si defilano, presenti nei par- titi, nel governo, nel Parlamento e anche nella scuola. il nucleo dei «resistenti» è reduce da quattro gruppi di lavoro che mi sono trovato a coordinare con diversi mini- stri. L’ultimo di questi risale al 2008, ed era costituito ad hoc dalla ministra gelmi- ni, che nella legge 169/2008 istituì, pur con qualche incertezza d’impianto, l’inse- gnamento «cittadinanza e costituzione». La ministra Valeria Fedeli, al termine del suo impegno ministeriale, celebrando i 70 anni della costituzione, ha mandato alle scuole, con nobili intenti, pacchi di copie policrome della carta, da distribuire a tut- ti gli studenti, con la speranza che la leg- gano, ma anche col rischio di farla appari- re come materiale pubblicitario, se diri- genti e docenti non se ne fanno carico. Dopo tanti elogi della costituzione e della Dichiarazione dei diritti umani, si è limita- ta a dire che questi valori, comunque, so- no «trasversali», perché devono occupar- sene tutti i docenti. non anche una disci- plina. il «quadrilatero» dell’educazione ci- vica di Moro, al cui nome è stato mesi fa dedicato il salone della comunicazione di Viale trastevere, nonostante le leggi vi- genti, non aveva così ricuperato l’»ade- 17 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019

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