Gennaio-Febbraio 2019
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 16 pulizia lessicale e didattica con cui si è ar- rivati al binomio c&c. il legame fra i ter- mini e i concetti che questi esprimono in- dica un rapporto di affinità fra i due con- tenitori, che si legittimano, si precisano e si arricchiscono a vicenda, nella prospetti- va educativo-scolastica assunta dall’art. 1 della citata legge 169. Le scuole perciò di fatto restano in atte- sa di criteri operativi chiari e condivisi per dare rilevanza pratica a questa tematica, e per promuoverne di fatto l’acquisizione e la valutazione , sia in termini disciplinari sia in termini trasversali . Limitarsi a dire che questi temi sono di tutti, senza chiare indicazioni, può lasciare intendere che di fatto sono irrilevanti per il curricolo. Un’occhiata allo specchietto retrovisore, per rendersi conto di ciò che si è lasciato indietro 11. Si tratta invece, sulla base di quan- to ricordato finora, di aver presente e di utilizzare nella quotidianità della vita sco- lastica, come bussola di orientamento e come matrice di tematiche culturali ed educative, il «codice genetico» della buo- na scuola, ossia il testo della costituzione. questo testo, come disse all’assemblea il presidente del comitato dei 75, Meuccio ruini, «benché non perfetto né immutabi- le, è insieme anima e legge fondativa della nostra repubblica democratica, il cui ordi- namento fa tutt’uno con le ragioni stori- che, culturali e morali che lo hanno ispira- to». Dal canto suo il presidente umberto terracini ha sintetizzato in questo modo il lavoro costituente: «L’assemblea ha pensa- to e redatto la costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realiz- zatore». i temi relativi all’ Unione Europea , agli organismi internazionali e alla pace entrano a pieno titolo nella costituzione, attraverso gli articoli 10, 11, 52 e 117, e dunque entrano anche in qualche modo nel curricolo scolastico. 11.1 È in vista del pieno sviluppo della persona umana di cui all’art. 3, in una so- cietà almeno tendenzialmente comunitaria, anche se di fatto incapace di assicurare a tutti il diritto al lavoro, che si afferma il dovere di ogni cittadino di «svolgere un’at- tività o una funzione che concorra al pro- gresso materiale o spirituale della società» (art. 4). a cominciare dal lavoro svolto dallo studente, che è persona, cittadino e lavora- tore come i docenti. al di fuori di questa prospettiva pedagogica e sociale, il riferi- mento a questi doveri apparirebbe a molti o retorico e velleitario, o moralistico e illibe- rale. il costituzionalista ernesto Bettinelli ha precisato: «La Costituzione è fonte ine- sauribile di ragionamenti che impegnano lo Stato e i cittadini nella ricerca di soluzioni miti, efficaci e condivise ai problemi di una convivenza sempre più complessa e talora drammatica. Riforme di parte non devono interrompere questo colloquio». La legge 107/2015 aveva dimenticato C&C: rimedio imbarazzato in sede di D.L. 62/2017 12. Le Commissioni Cultura d i Camera e Senato , il giorno 8 marzo 2017, in sede di redazione della proposta «emendamenti al D.Legs 384», hanno chiesto al Miur che la valutazione riguardi una tematica dimenti- cata dalla legge 107/2015 anche cittadi- nanza e costituzione, di cui all’art. 1 della legge 169/2008. in particolare, secondo il Senato, «L’esame di Stato tiene altresì conto delle attività svolte e degli insegna- menti sviluppati nell’ambito di “cittadi- nanza e costituzione”; è oggetto di valuta- zione periodica e finale anche l’insegna- mento di “cittadinanza e costituzione”». «il colloquio accerta le conoscenze e com- petenze maturate dal candidato nell’ambi- to delle attività e degli insegnamenti rela- tivi a “cittadinanza e costituzione”, di cui… alla legge 30 ottobre 2008, n. 169, e sviluppati nell’ambito delle aree storico- geografica e storico-sociale, e recepiti nel documento del consiglio di classe, di cui all’articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della repubblica 23 luglio 1998, n. 323». il Miur, interpretando questi pareri in
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