Gennaio-Febbraio 2019
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 12 2 . Ponendo a fondamento della legittimi- tà democratica della repubblica la sovrani- tà del popolo («che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione» (art. 1), ri- conoscendo e garantendo i diritti inviolabili e richiedendo l’adempimento dei doveri in- derogabili di solidarietà politica economica e sociale della persona , del cittadino e del lavoratore , come singoli e nelle formazioni sociali ove si svolge la loro personalità, la costituzione fissa i criteri generali per: 1) impostare e sviluppare in modo equilibrato e corretto i curricoli del sistema educativo d’ istruzione e di formazione (contenuti, obiettivi e metodi); 2) chiarire e precisare il mandato che dalla costituzione ricevono i docenti, i dirigenti, gli studenti, i genitori e i soggetti con cui questi collaborano in ordi- ne ai rispettivi ruoli. 2.1 consapevole del valore e della diffi- coltà della svolta epocale di cui era testi- mone e protagonista, l’assemblea costi- tuente ha espresso all’unanimità, con pro- lungati applausi, « il voto che la nuova Carta Costituzionale trovi senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere con- sapevole la giovane generazione delle rag- giunte conquiste morali e sociali che costi- tuiscono ormai sacro retaggio del popolo italiano» . (ordine del giorno presentato da Moro, Franceschini, Ferrarese e Sartor, 11. xii. 1947) . Mario Lodi ha scritto che quel giorno è nata la scuola della repubblica ita- liana. Se non nata, è di sicuro stata conce- pita, ma la sua gestazione è stata faticosa e incerta. Insegnamento della Costituzione e educazione civica: la proposta dell’UCIIM e il DPR Moro 1958 3. Su questa base, dopo il convegno uciiM di catania (9-11,2,1957), sollecitato dal presidente gronchi, sul tema « L’inse- gnamento della Costituzione e l’educazio- ne civica dei giovani» (i due compiti e le due funzioni erano allora chiaramente di- stinti e interconnessi), lo stesso aldo Moro, divenuto ministro della Pubblica istruzio- ne, introdusse, con dpr 13.6.1958, n.585, «Programmi per l’insegnamento dell’edu- cazione civica negli istituti e scuole di or- dine secondario e artistico». «L’educazione civica - che, come chiariva la Premessa - con il primo termine educazione si imme- desima con il fine della scuola e col secon- do civica si proietta verso la vita sociale, giuridica, politica, verso i principi che reg- gono la collettività e le forme nelle quali essa si concreta». Per questo andava intesa non come ap- pendice facoltativa, ma come: 1) clima culturale della scuola, ispirato alla costitu- zione; 2) esperienza di vita democratica; 3) responsabilità di tutti i docenti; 4) nu- cleo di argomenti affidati per due ore mensili, nell’ambito dell’orario in vigore, al docente di storia. in merito il testo pre- cisava: «Se l’educazione civica si spinge su quel piano spirituale, dove quel che non è scritto è più ampio di quello che è scritto… , tuttavia essa si giova di un costante rife- rimento alla Costituzione , che rappresenta il culmine della nostra attuale esperienza storica…». Benché in uno spazio limitato, il disegno fondativo dell’educazione civica nella scuo- la repubblicana era tracciato. talora affron- tato con entusiasmo e competenza, talora trascurato perché non capito, non condivi- so, non avvertito come obbligatorio, essen- do privo di un voto distinto dalla storia, questo «quadrilatero» non fu però suffi- cientemente rinforzato negli anni ‘60 e ‘70, che furono fra l’altro scossi dal «terremoto» del ‘68, cui si cercò di rispondere con l’ap- parato «antisismico» dei decreti delegati del ‘74 ( flessibilità ottenuta con la speri- mentazione e con la partecipazione). Il rinforzo del «quadrilatero» civico di Moro nei programmi della scuola media e nei decreti delegati 4. La coscienza della necessità di dare un rilievo e un ruolo più consistente a que- sto fondamento del sistema scolastico si manifestò nei Programmi della scuola me- dia. quelli del 1963 «postulano che i due insegnamenti , storia ed educazione civica, affidati al medesimo docente, vengano condotti e sviluppati in un quadro di intima correlazione, anche se è compito di tutti
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