Gennaio-Febbraio 2019

9 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXXVI - Numero 1-2 - Gennaio-Febbraio 2019 costituzione pastorale Gaudium et Spes che riguarda chiesa e il mondo contemporaneo (cM) dove si affronta il problema «uomo» e si evidenzia la simbiosi mirabile tra materia e spirito, tra corpo ed anima. al documento del concilio fa eco la enciclica di Paolo Vi Populorum Progressio . «unità di anima e di corpo, si legge nella Gaudium et Spes , l’uomo sintetizza in sé, per la sua condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi attra- verso di lui toccano il loro vertice e prendo- no voce per lodare in libertà il creatore… L’uomo però trascende l’universo; ricono- scendo di avere un’anima spirituale ed im- mortale, non si lascia illudere da fallaci fun- zioni, che fluiscono unicamente dalle condi- zioni fisiche e sociali, e va a toccare in pro- fondo la verità stessa delle cose». Si tratta di un umanesimo «integrale», anzi «plena- rio» come si esprime lo stesso beato Paolo Vi. umanesimo plenario perché «tutto quan- to esiste sulla terra deve essere riferito al- l’uomo come a suo centro e suo vertice». alla domanda: Uomo, chi sei? , la risposta è una sola: corpo e spirito; essere vivente di vita vegetativa e sensitiva, un vero micro- cosmo perché sintetizza in sé il mondo sen- sibile; ma non è circoscritto in esso, anzi lo trascende, grazie all’anima spirituale, libe- ra, immortale e proiettata verso l’infinito. L’umanesimo cristiano non disprezza il cor- po, né lo considera prigione dell’anima alla maniera platonica, perché questo corpo è destinato alla risurrezione; rifiuta di consi- derare l’uomo una particella inconsapevole della natura. «La natura intellettuale del- l’uomo - continua il documento del Vaticano ii - raggiunge la perfezione attraverso la sa- pienza, la quale attrae con soavità la mente a cercare e ad amare il vero e il bene, e, quando l’uomo ne è ripieno, lo conduce at- traverso il visibile all’invisibile» (cM 12). La Sapienza ha lo stesso tema di «sapore», fa assaporare l’oggetto del conoscere, per- mette di coglierlo con la mente e il cuore per trasformarlo in realtà concreta. La sa- pienza, che è nell’uomo, è una scintilla di quel divino per cui il grande agostino d’ip- pona diceva: «inquietum est cor hominis usque in Deo non requiescit» (è inquieto il cuore dell’uomo sino a quando non riposa in Dio). Se la sapienza è Dio ( Verbum Dei ) grande e infinito, la nostra sete del sapere (limitata e circoscritta) è insaziabile, per cui dirà Dante: «il perder tempo a chi più sa, più spiace». già Socrate parlava di un «demone» dentro l’uomo; Platone lo signifi- ca con l’idea, per cui il corpo era solo la prigione dell’anima; aristotele parla dell’in- telletto agente, sempre in atto, che spinge la facoltà intellettiva dalla potenza all’atto; per agostino è la luce divina in noi; per tommaso d’aquino è l’intelletto agente, fuoco vivo ed operante; per il cristiano è la presenza di Dio in noi per cui sant’agostino dirà: « homo noli foras exire, in teipsum re- di, in interiorem hominem stat veritas » in sintonia al dialogo di gesù con la samarita- na, la quale aveva chiesto al Maestro: voi ebrei pregate nel Tempio di Gerusalemme, noi samaritani saliamo sul monte; chi agi- sce bene?, chi ha ragione? e gesù: donna, Dio è spirito e verità, per incontrarti con Dio bisogna entrare nel sacrario del cuore . in questa sua interiorità l’uomo scopre Dio e nella sua luce ritrova il meglio di sé, il suo principio, il suo scopo ultimo e decide del proprio destino. Fondamento della sapienza è il rispetto e l’osservanza cosciente di quella norma che l’uomo trova nel santuario intimo della pro- pria coscienza. nella fedeltà alla legge, che si esprime «ama» l’uomo realizza la sua massima nobiltà d’animo e lo porta a colla- borare con gli altri nella ricerca del vero e del bene. alla moralità è connessa la liber- tà, dono divino all’uomo, che lo rende arbi- tro del proprio destino. Libertà che non può e non deve essere «libertinaggio» nella con- sapevolezza che la mia libertà finisce se si scontra o lede la libertà degli altri. Libertà significa cercare il bene comune e scegliere sempre il meglio e non necessariamente l’utile. questo uomo non si esaurisce nella propria individualità perché nessuno può es- sere un’isola. La socialità è una componen- te essenziale perché l’uomo senza i rapporti con gli altri non può vivere né esplicare le sue doti. già aristotele diceva che l’uomo per natura è un essere sociale. egli nasce in una situazione sociale (la famiglia), necessi- ta delle altre famiglie per costituirsi an- ch’egli in una sua famiglia, realizza il suo

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