Supplemento al n. 1-2-2013
LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - supplemento al numero gennaio-febbraio 2013 3 di stabilità, per l’esasperazione delle lotte di partito, per l’allarmante avvento del «Terzo Reich»: avvenimenti sedimentati nella memoria del piccolo Joseph assieme alla percezione di «tanta silenziosa pover- tà» e al ricordo di contrapposte figure di in- segnanti, alcuni saldamente fondati sulla fede cristiana e sulla cultura della tradizio- ne, altri anticristiani propugnatori della co- siddetta naturale religione germanica. Joseph Ratzinger rammenta con partico- lari significativi l’attenzione per i tempi li- turgici, pre- parati e se- guiti con l’aiuto dello «Schott» (3). Scrive: «Era un’avventura avvincente entrare a po- co a poco nel misterioso mondo della liturgia, che si svolgeva là, sull’altare, davanti a noi e per noi. … Ovviamente da bambino non capivo ogni singolo partico- lare, ma il mio cammino con la liturgia era un processo di continua crescita in una gran- de realtà… L’inesauribile realtà della litur- gia cattolica mi ha accompagnato attraverso tutte le fasi della mia vita…» . Anche nel ginnasio di Traunstein, pur se più lentamente, arriva la «riforma» scolasti- ca: unificazione degli indirizzi classico e scientifico, niente greco, ridotto il latino, in- cremento delle lingue moderne e delle scien- ze della natura. Qualche anno dopo: abolizio- ne della religione, sostituita dallo sport. A dodici anni entra in seminario (è la Pa- squa del 1939), è entusiasta di seguire il fratello Georg, ma Gli manca la lunga pas- seggiata mattutina per raggiungere la scuo- la e si sente costretto «per la vita in inter- nato» , Gli pesano le obbligatorie attività sportive, «una vera tortura» . Intanto le violenze della Germania nazista si acuiscono, raggiungono forme esasperate come l’antisemitismo, l’occupazione di gran parte dell’Europa, la 2 a guerra mondiale. Il Collegio viene requisito e adibito a laz- zaretto, i seminaristi trovano una sistema- zione provvisoria in una delle scuole religio- se, che il nazismo aveva chiuso. Georg e Jo- seph rientrano a casa e da lì si spostano per frequentare le lezioni: «una vita felice di ragazzi… un bel periodo. …I classici latini e greci mi entusiasmavano, anche la ma- tematica aveva intanto cominciato a pia- cermi… ma soprattutto ora scoprivo la letteratura …iniziai io stesso entusiasti- camente a comporre delle poesie…» . Riguardo al carattere schivo, osserva: «Dovetti imparare ad adattarmi alla vita comune, a uscire da me stesso e a formare una comunità insieme con gli altri, fatta di dare e di ri- ceve- re: sono grato di questa esperienza, essa è stata importante per la mia vita» . Nell’imperversa- re della guerra, il fratello è inviato in Italia, viene ferito e poi trasferito nell’ospedale di Traunstein. Nel 1943 anche Joseph, sedicen- (3) Lo «Schott» era la traduzione del Messale in lingua tedesca ad opera di Anselm Schott, abate benedettino di Beuron di fine ’800. La traduzione tedesca a volte era accompagnata dal latino. C’era un’edizione domenicale e persino uno Schott per bambini.
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