Supplemento al n. 1-2-2013
26 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - supplemento al numero gennaio-febbraio 2013 nistero» (1) a lui affidato? Ma come imparare l’umiltà? L’umiltà è un dono che si accoglie nella preghiera, è un dono che si apprende nella preghiera, è un dono che si chiede nella preghiera. E, nella preghiera, comprendiamo che per imparare l’umiltà, dobbiamo entrare nella penitenza. La penitenza, in realtà, ci conduce al cuore della verità di noi stessi. Lo fa grazie al pentimento, che ci fa sperimentare il senso del peccato; alla conversione, che ci fa scegliere la verità e porta a un cambiamento di direzione. Lo fa invitandoci alla riconciliazione, che è richiesta di perdono nell’incontro sa- cramentale con Dio, Amore che cambia la vita e prepara alla Risurrezione; sì, l’es- sere umano, nato per amore, può rina- scere solo grazie all’amore. «In sostanza, tutto parte dall’Amore e tende all’Amore. L’amore gratuito di Dio ci è reso noto mediante l’annuncio del Vangelo. Se lo accogliamo con fede, rice- viamo quel primo ed indispensabile con- tatto col divino capace di farci «innamorare dell’Amore», per poi dimo- rare e crescere in questo Amore e comu- nicarlo con gioia agli altri» (2). Sì. L’umiltà si fa amore, questo deve insegnarci: un amore attento alle neces- sità dei fratelli, al bene della Chiesa. Anche il gesto di Benedetto XVI è un altissimo atto di amore per la Chiesa, sul- l’esempio e «nella Persona» di Cristo. Quando afferma che«nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è neces- sario anche il vigore sia del corpo, sia del- l’animo» (3), egli continua a insegnare quanto ha sempre cercato di dirci in que- sti intensi e ricchissimi anni di Pontifi- cato: che il cuore della vocazione, di ogni vocazione nella Chiesa, non è il potere ma il dono di sé, non è il fare ma l’essere; in una parola, è l’umiltà, è l’amore. E l’amore, anche questo suo amore, non avrà mai fine! E allora grazie, Santo Padre! Grazie perché, in questi anni, hai per- messo al Cuore di Cristo di guidarci con il tuo cuore. Grazie per il tuo magistero ricco e lim- pido che è stato ed è una cosa sola con il tuo servizio umile e pieno d’amore. Grazie perché anche oggi ci permetti di conservare la speranza che Gesù Cristo guida la storia, continua a condurre la sua Chiesa, si prende cura di ciascuno dei suoi figli, e così ci confermi la certezza che Egli vince sempre, perché la Vita vince la morte, ogni morte. Grazie per la sofferenza che, nella Chiesa e per la Chiesa, tu hai portato più di tutti noi e per tutti noi e che dà tanta consola- zione a chi soffre nel corpo e nell’anima. E grazie per la tua preghiera, che ci ha portati senza che ce ne accorgessimo, che tutti ci ha abbracciati. Anche la no- stra preghiera, da oggi, è più piena di te ed è un po’ più forte, perché sa che nella tua preghiera tu ci prometti di continuare a portarci, così come hai sempre fatto: nel segreto. « E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà », Santo Padre! (1) Benedetto XVI, Declaratio , 11 febbraio 2013 (2) Benedetto XVI, Messaggio per 2013 (3) Benedetto XVI, Declaratio , 11 febbraio 2013
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