Supplemento al n. 1-2-2013
22 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - supplemento al numero gennaio-febbraio 2013 INTERVISTAA ROSARIO CARELLO Rosario Carello, giornalista e conduttore di «A Sua immagine» - RAI 1 1. Lei ha conosciuto gli ultimi due papi, può tracciare un breve confronto fra i loro due modi di rapportarsi coi media? Due modi differenti di essere ugualmente comunicatori. Joseph Ratzinger è autore di best seller fin da quando era cardinale. I suoi libri hanno alte tirature e sono letture imper- dibili per chiunque voglia conoscere il cristia- nesimo oggi (due titoli su tutto: Introduzione alla liturgia e Rapporto sulla fede, senza di- menticare la trilogia su Gesù). Certo Bene- detto XVI non ha comunicato con i gesti (che in Giovanni Paolo II costituivano quasi un lin- guaggio parallelo), ma lo ha fatto con le pa- role e con quella tecnica modernissima e tut- ta televisiva che è il talk-show. Ha infatti ri- sposto, e mai un Papa l’aveva fatto, alle do- mande di decine di categorie diverse: dai no- stri telespettatori alle famiglie, dai bambini ai fidanzati, dai seminaristi ai sacerdoti, non c’è quasi categoria che lui non abbia incon- trato con questa inedita e coraggiosa formula della domanda e risposta. Giovanni Paolo II si affidava anche alla battuta per comunicare con le folle, Benedetto XVI no: per lui solo ragionamento e dottrina, spiegate con lucida semplicità. 2. Questo loro diverso approccio quale impatto ha avuto coi fedeli? Non è un approccio diverso è una diversa natura caratteriale. In ogni caso la conse- guenza è stata che chi voleva capire Papa Benedetto doveva leggerlo e studiarlo. E non è stato un male: con Wojtyla tanti cre- devano di capirlo, perché avevano colto qualcosa ascoltandolo, ma in profondità spesso non ne sapevano nulla. Invece nei contenuti i due Papi sono in perfetta conti- nuità. 3. Quali testimonianze ha avuto dal suo pubblico di fronte alla rinuncia di papa Be- nedetto XVI? Grande dolore, forse anche smarrimento ma mi sembra che il gesto sia stato capito. Mai come ora vedo e sento le persone parla- re della necessità di pregare per il Papa. Si è capito che il momento è grave, anche dif- ficile per la persona di Joseph Ratzinger, come lui stesso ha dichiarato, e l’unico mo- do di affiancarlo è la preghiera. 4. Come è stata riportata questa notizia dai media: come cronaca o come scoop? Lo scoop non è per forza una notizia gri- data o comunicata senza rispetto. È solo un fatto che il giornalista consegna in esclusiva ai suoi lettori. Ci può essere tanto rispetto anche negli scoop. In ogni caso questa noti- zia era così sconvolgente già da sola, che non c’è stato bisogno di caricarla di nulla, bastava il titolo: Il Papa si è dimesso, per non avere il bisogno di aggiungere sensazio- nalismi. 5. E come l’ha affrontata lei, in qualità di giornalista conduttore di una trasmissio- ne come a sua immagine? Col desiderio di far capire che si tratta di un gesto immenso, fortissimo, che non è la resa di un uomo vinto ma un atto di governo forte di un uomo libero. Che ha avuto anche il coraggio di spiegare per filo e per segno i motivi che lo hanno spinto a queste di- missioni.
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