Supplemento al n. 1-2-2013

18 LA SCUOLA E L’UOMO - Anno LXX - supplemento al numero gennaio-febbraio 2013 LA POLITICA ECONOMICA NEL PENSIERO DI BENEDETTO XVI PENSANDO ALLA CARITAS IN VERITATE Gian Cesare Romagnoli, Università Roma Tre S e si accostano i titoli della prima ( Deus Caritas Est ) e della terza enciclica di Papa Benedetto XVI ( Caritas in Verita- te ) emerge una difficoltà semantica nella loro lettura. Come può esservi carità senza verità? Questo problema viene meno se si pensa che nella prima enciclica il Papa par- la dell’amore di Dio e nella terza dell’amo- re dell’uomo che si realizza solo se congiun- to alla ricerca della verità. Ove ne fosse privo, l’amore umano perderebbe il suo va- lore. Carità e Verità sono coerenti e presen- ti nell’Assoluto. La verità per il credente è solo quella rivelata e si addice solo a Dio. Gesù Cristo afferma «Io sono la via, la veri- tà e la vita». Il resto del sapere umano è tautologico, come nel caso di una verità logi- ca o assiomatica tipica delle discipline analiti- che, o è relativo e quindi non prescritti- vo, come nel caso del- le proposizioni proprie delle discipline sinteti- che o empiriche. Nella Caritas in Ve- ritate , il Papa si rivol- ge all’umanità intera per affrontare quegli stessi problemi dello sviluppo umano che erano stati al centro della Populorum Pro- gressio di Papa Paolo VI, cui è dedicato il primo capitolo dell’en- ciclica. Tuttavia essi si confrontano ora con un diverso corredo di strumenti e di vincoli a causa della globalizzazione dei mercati e della rivoluzione informatica della rete se- guite alla caduta del muro di Berlino e al collasso dell’Unione Sovietica. Nei capitoli successivi, l’enciclica affron- ta tre questioni: una principale, l’uomo, e due subordinate, l’ambiente e la tecnica. È chiaro nel testo che la preoccupazione do- minante del Papa è quella antropologica, che considera matrice non solo della que- stione sociale mondiale dello sviluppo ma anche di quella ambientale e di quella tec- nica dove spesso la libertà di azione non si coniuga alla consapevolezza e alla respon- sabilità degli esiti. Questa preoccupazione è legata al riduzionismo derivante dalla rescissio- ne del legame tra econo- mia e scienze morali, che ha sancito il passaggio da un’etica deontologica a una della convenienza e lasciato crescere, negli ultimi due secoli, una di- sciplina scientifica non per l’uomo, ma per l’ ho- mo oeconomicus , il cui comportamento è basato sull’assunto di razionalità e di massimizzazione del profitto e della utilità in- dividuale. I risultati drammatici di questa perdita di visione del- l’umanesimo integrale, in nome dei benefici di una specializzazione discipli- nare artefatta, ad hoc , e quindi strumentale ma non vera, che privi- legia una morale consequenziale egoistica sono sotto gli occhi di tutti, non solo nei paesi poveri ma anche in quelli ricchi tocca-

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